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Una governance contro le falsificazioni dell'olio Made in Italy
Siglato a Roma, nella sede di Unioncamere, un accordo tra Unaprol e Agroqualità per la certificazione di 100% qualità italiana
Roma - Falsificare l’extravergine di alta qualità italiana da oggi sarà più difficile. Ha preso il via infatti a Roma, nella Casa delle imprese di Unioncamere, una partnership tra Unaprol (Consorzio Olivicolo Italiano) e Agroqualità (società di Unioncamere e del Rina SpA) finalizzata ad isolare i prestigiatori del finto olio di oliva targato made in Italy. La sinergia, sottoscritta dal presidente dell’Unaprol Massimo Gargano e dal presidente di Agroqualità Paolo Rovellotti, è stata presentata con un incontro moderato del caporedattore economia del Tg5 Giuseppe De Filippi e la partecipazione del presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati Paolo Russo, del presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello, del Sostituto Procuratore della Repubblica di S. Maria Capua Vetere Donato Ceglie, di Giuseppe Vadalà del Corpo forestale dello Stato, del presidente di Unapol Michele Rizzi e di Roberto Cavanna, amministratore delegato di Agroqualità.
La convenzione siglata riguarda nel particolare l’audit finalizzato ad accertare il funzionamento e la continuità del sistema di rintracciabilità, i bilanci di massa, il campionamento di prodotto. Il lavoro sarà inoltre basato sulla valutazione dei disciplinari di rintracciabilità e sulle verifiche ispettive di certificazione da effettuare nelle aziende agricole produttrici di olive, nei frantoi e presso i confezionatori. Il lavoro interesserà nel dettaglio il programma di tracciabilità di filiera di Unaprol attivato sul territorio nazionale che riguarda 532 filiere e coinvolge circa 7mila aziende agricole.
La Governance istituita tra i veri organismi interessati trova, tra l’altro, nel raggiungimento degli obiettivi fissati, anche conforto dall’ultimo trend economico di settore. L’export cresce infatti del 25% rispetto ai primi tre mesi dello scorso anno per quantità e valore degli oli di qualità, che per il 35 % sono rappresentati dalla categoria degli oli extravergine di oliva. I due terzi del fatturato delle imprese di confezionamento è rappresentato dalle esportazioni. In Canada l’Italia detiene il 74 % di quota di mercato corrispondente a 113 milioni di dollari canadesi e si conferma il primo Paese fornitore di olio di oliva con un incremento in valore del 6,4 % rispetto al 2009. I mercati tradizionali comunitari sono in sostanziale ripresa: Germania + 5,4%, Francia +17,7%, Regno Unito +11,5%; sono i mercati dove nell’ultimo triennio Unaprol ha realizzato con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e l’UE un articolato programma di promozione e informazione del consumo consapevole.
"L'accordo raggiunto - ha commentato il presidente della Commissione Agricoltura Paolo Russo - è un approccio straordinariamente moderno che viene offerto ai consumatori e alle stesse aziende agricole. Il modello della tracciabilità - ha continuato rappresenta una straordinaria utilità per i consumatori, ma anche un utile per le imprese".
“Un accordo strategico tra due grandi realtà dell’economia italiana” ha riferito invece il presidente di Unaprol Massimo Gargano “Rafforziamo con la credibilità del sistema Unioncamere - ha aggiunto- le nostre difese immunitarie contro i giochi di prestigio ai danni del vero olio extra vergine di oliva di qualità italiana e aggiungiamo un ulteriore tassello a quel mosaico di opportunità che è la filiera agricola tutta italiana”.
“La sfida competitiva per l’Italia si gioca - ha affermato il presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello - sulla capacità delle imprese di muoversi velocemente verso segmenti di mercato che, più degli altri, apprezzano la qualità e l’originalità del nostro Made in Italy così da trovarsi pronti al ripartire dei consumi”. “E' questo - ha proseguito il motivo per cui le Camere di Commercio stanno investendo sulla qualificazione delle nostre produzioni nella convinzione che valorizzare l’origine e la qualità delle filiere del Made in Italy sia la risposta giusta alle necessità di riposizionamento competitivo delle imprese”.