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Unaprol, bilancio negativo per l'olio italiano
Non sarà ricordata bene la campagna olivicola nazionale: per l’annualità 2016-2017, fatta eccezione per il Nord Est del Paese (un +30% con 25mila quintali di ottimi oli extra vergine con un 10% a denominazione di origine protetta) la produzione è stata negativa consuntivo nazionale di produzione intorno alle 200 mila tonnellate. Si registra così un -58% rispetto all’anno precedente. A determinare il crollo della produzione- spiega in una nota il Corsorzio olivicolo italiano Unaprol- le pessime condizioni meteo tra dicembre 2016 e gennaio 2017. Molte le regioni che hanno subito flessioni oltre il 60%, soprattutto nel Centro-Sud. Anche la Liguria, comunque, sembra sia stata particolarmente provata da una pessima annata. Umbria e Toscana pur mostrando delle perdite importanti, hanno contenuto la flessione intorno al 30%. Fenomeno inverso al Nord dove è stato registrato un aumento della produzione locale, grazie all’effetto dell’alternanza produttiva, che però non ha migliorato complessivamente il dato produttivo nazionale.
Situazione difficile anche a livello mondiale. Il Coi, il Consiglio Oleicolo Internazionale ha rivisto al ribasso le previsioni di produzione per la campagna 2016/2017 a livello mondiale. Gli ultimi dati parlano di una produzione pari a 2.713 milioni di tonnellate di olio di oliva in generale a fronte di un consumo stimato che supererà i 2.900 milioni di tonnellate, cui si farà fronte con scorte rivenienti dalla scorsa annata.
Sul piano dell’export gli Stati Uniti (38%), rappresentano il mercato più interessante dove orientare il proprio prodotto, seguiti dalla UE (14%), Giappone (7%), Brasile (6%), Canada (5%), Cina (4%), Australia (3%), Russia (2%), e altri paesi importatori (21%). Tra il 2016 ed il 2014 la superficie investita ad oliveto in tutto il mondo è aumentata del 10% passando da 10 milioni di ettari coltivati ad oltre 11 milioni di ettari nel 2014; con oltre 2,5 milioni di ettari irrigui e ben oltre 8 milioni di ettari non ancora irrigati.