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Vini italiani d’eccellenza, investimento più sicuro di oro e petrolio

Secondo una ricerca commissionata da Ornellaia a Sotheby’s e Liv-Ex le produzioni made in Italy rappresentano per i collezionisti di tutto il mondo la terza più importante categoria dopo quella francese del Bordeaux e del Borgogna

Roma- I vini d’eccellenza sono sempre più apprezzati dai collezionisti di tutto il mondo: dal 2010 ad oggi- secondo una ricerca commissionata da Ornellaia a Sotheby’s e Liv-Ex (la borsa internazionale del vino con sede a Londra e patria rinomata del collezionismo enoico mondiale)- si è assistito infatti ad una importante crescita nelle richiesta in asta. Tra il 2010 ed il 2011 è soprattutto la piazza di Hong Kong ad aver segnato un record di battiture con un picco di oltre 50 milioni di dollari di vini venduti, raddoppiando in valore su piazze come Londra e New York ferme rispettivamente a 15 e 20 milioni di dollari. Nel 2012, però, si è assistito ad un ridimensionamento di questo fenomeno e ad un ritorno del collezionismo incentrato sulle città di New York e Londra, anche a volte con interesse di collezionisti cinesi.

In termini di lotti, i vini italiani rappresentano la terza più importante categoria, dopo la quella francese dei vini di Bordeaux e di Borgogna, storicamente i più numerosi in tutte le aste internazionali. Insomma, anche se è storia recente (dal 2007), i vini italiani d’eccellenza sono un investimento “sicuro” e stanno costruendo eccellenti frutti anche in tempi di crisi; facendo ben sperare per il futuro di un comparto che è una delle migliori eccellenze del vero made in Italy.

Nello specifico Ornellaia- secondo Secondo Liv-ex (la borsa internazionale del vino che monitora le performance ed i prezzi di oltre 1000 vini nel mondo) è tra i vini di eccellenza a livello internazionale con i rendimenti in crescita più costanti nel tempo. Infatti, le sue quotazioni medie sono raddoppiate dal 2007 ad oggi. Nello stesso periodo Ornellaia performa meglio della media dei migliori 100 vini al mondo. Ornellaia fa parte di quell’eccellenza di vini italiani (come per esempio Masseto, Sassicaia, Solaia e Tignanello) che hanno permesso all’Italia di recuperare quote di mercato (in valore) nei confronti soprattutto della Francia, passando da circa 1% nel 2007 ad oltre il 6% nel dicembre 2013 della cifra totale di valore del ‘Fine Wine’.

Il primato rimane in mani francesi rappresentate da Chateau Lafite e Mouton Rothschild, ma tra il 2007 ed il 2013, Ornellaia ha, da solo, segnato una performance in percentuale superiore alla media dei migliori 10 vini francesi.

(Laura Chiatti e Ferdinando Frescobaldi)

in data:06/03/2014

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