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Vino, i Grandi marchi strizzano l’occhio ai Paesi terzi

Previste per il 2013 undici tappe di promozione non solo nei mercati storici come Usa e Canada, ma anche in Giappone, Cina, Russia e Sud Est asiatico

Roma - La nuova frontiera commerciale dei grandi marchi del vino italiani sono i Paesi Terzi. La conferma arriva da Spoleto e dal convegno “Competizione globale nel mercato del vino: sistemi Paesi a confronto” al quale è intervenuta Chiara Lungarotti, consigliere dell’Istituto Grandi Marchi - l’associazione che riunisce le 19 cantine simbolo del vino italiano di qualità (Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi Greppo, Cà del Bosco, Michele Chiarlo, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Ambrogio e Giovanni Folonari, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Pio Cesare, Rivera, Tasca D’Almerita, Tenuta San Guido, Umani Ronchi).

La nuova strategia – spiegata dalla Lungarotti nel corso dell’incontro – può vantare di un plafond di trentacinque milioni di euro dii Fondi Ocm Vino per promuovere il vino di qualità nel mondo, con circa 15 tappe realizzate in tutto il globo, dal 2009 ad oggi e altre 11 tappe nel 2013 non solo nei mercati storici come Usa e Canada, ma anche in Giappone, Cina, fino alla Russia e al Sud Est asiatico

“Azioni sul trade e sui consumatori – ha precisato Lungarotti - ma anche attività di formazione per la cultura del vino italiano di qualità sono la chiave per la promozione del Made in Italy, soprattutto sui nuovi mercati che oggi rappresentano la vera sfida e sui quali occorre un forte investimento che i Grandi Marchi si accingono a mettere in cantiere. Nonostante l’Europa, con il 53% del valore delle esportazioni, rimanga la destinazione prioritaria per il vino italiano– ha continuato Lungarotti – sono infatti i Paesi terzi a crescere maggiormente e a far fronte sempre di più al calo dei consumi interni. Basti pensare che nei primi 6 mesi del 2012 il loro export è cresciuto in percentuale quasi 3 volte l’Ue. Tra i mercati di maggior tasso di crescita per la domanda dei vini Italiani, infatti – ha concluso Lungarotti – ci sono la Cina, Hong Kong, ma anche il Sud Africa e il Giappone, dove negli ultimi anni si è investito molto grazie ai cofinanziamenti della Comunità Europea e del Mipaaf a sostegno delle imprese europee e italiane”.

Secondo i dati del primo semestre 2012, il flusso export in valore lievita da 1.088 a 1.128 milioni di euro (+3,7%), mentre nei Paesi Terzi la crescita varia da 937 a 1.039 milioni (+10,9%).
Dati questi, che confermano una tendenza che era già in atto nel 2011 dove a trainare le vendite oltre confine sono stati soprattutto i Paesi terzi, che hanno superato la soglia dei 2 miliardi di euro (+13,6%) contro i 2,34 miliardi di euro (+11,4%) della quota di vini destinati al mercato europeo. Tra gli incrementi maggiori nel 2011, quelli derivati dagli scambi con Cina (+64,5% in valore), Nigeria (+47,1%), Hong Kong (+44,4%), Sud Africa (+37,2%) e Giappone (+18,6). Ma anche dagli Stati Uniti (+14,6%) e Russia (+13,9%) che confermano il trend positivo iniziato nel 2010. Tra i Paesi dell’area euro, il principale incremento è stato quello della Francia (+25,7%), seguita a distanza dalla Germania (+8,2%).

in data:13/10/2012

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