Food Mania
Vino: il brindisi diventa "di genere"
Il bere, secondo il neuromarketing, ha una sua connotazione a seconda del sesso di chi lo degusta
Roma- Secondo il neuromarketing, anche il vino diventa di genere e ha una sua connotazione a seconda del sesso di chi lo degusta. Uomini e donne, due binari di scelta differenti, che indirizzano abitudini di consumo non più appannaggio del mondo maschile come un tempo, basti pensare che, secondo l’Istat, il 40% delle donne beve vino, percentuale in netta crescita rispetto 38% del 2014. Trend inverso per gli uomini, scesi al 64.1% rispetto al 65.7% dello stesso anno. Le donne risultano decisive per orientare le campagne di comunicazione anche per altre evidenze numeriche: in Italia il 67% del vino in Gdo è acquistato da loro. Non solo: la loro “avanzata” riguarda anche il mondo enologico professionale, tanto che le sommelier hanno ormai superato il 40% del totale.
Ma quali sono le bottiglie più amate da queste due categorie oggi? Secondo l’indagine di neuromarketing pubblicata recentemente su Tre Bicchieri, settimanale economico del Gambero Rosso, se gli uomini si concentrano su pochi dettagli tecnici in etichetta, le donne sono più attirate da bottiglie caratterizzate da colori, forma e messaggio che si fanno notare. Anche il grado alcolico è un fattore selettivo al femminile. Se i signori dunque si rivelano invece più tradizionali, prediligendo anche bottiglie classiche e intramontabili, le signore amano sperimentare e si fanno conquistare da elementi di narrazione del prodotto più modaioli e creativi. Essere attratte dall’immagine, però, non significa fermarsi a quella. Secondo la ricerca, infatti, le donne tendono a informarsi sul prodotto (ad esempio sui siti o leggendo le etichette in tutte le loro parti) non accontentandosi degli aspetti più immediati e superficiali del primo impatto.