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Il cocciopesto sfida la barrique

Drunk Turtle, società pisana di settore, introduce un nuovo modo di produrre proponendo uno strumento enologico concepito con un materiale totalmente naturale in modo da consentire una micro ossigenazione del prodotto

Roma- La sfida è appassionante. Ma la volontà non manca per accreditarlo come nuovo strumento di lavoro per l'enologia.  Insomma l’obiettivo è quello di andare a sostituire la barrique, l'anfora e l'acciaio e i contenitori in cemento considerati oggi  quasi da tutti materiali ritenuti particolarmente adatti per la produzione di vino, ma non per Drunk Turtle, società pisana che ha introdotto da marzo 2015 il vaso vinario in cocciopesto e che ritiene ormai il cemento materiale non troppo nobile, il legno difficile da pulire, l'anfora limitata dalle piccole dimensione e l'acciaio freddo ed antiestetico.

La nuova idea di mercato,  disponibile da 10 17, 25 ettolitri e  100 litri, ha- spiegano dunque i responsabili Drunk Turtle,  dimensioni adeguate anche per quantitativi maggiori rispetto alle anfore ed è concepita con un materiale totalmente naturale in modo da consentire una micro ossigenazione del vino, in più la sua forma ovoidale- incalzano- facilita la condensazione dei gas della fermentazione e facilita la creazione di moti convettivi utili al mosto.

Il materiale selezionato da Drunkle Turtle, come già detto,  è il cocciopesto, usato dai Romani e ben conosciuto dai Fenici.  L’antica miscela, composta da frammenti di inerti lapidei e laterizi macinati, sabbia di diverse granulometrie, legante cementizio in bassa percentuale e acqua declorata ha caratteristiche – si spiega in una nota-  come la longevità, la resistenza ed un'elevata porosità, che rendono il prodotto enologico unico ed irripetibile.

La società toscana parallelamente al cocciopesto propone inoltre un vaso vinario in getto di cemento 525 - titolo che sta ad indicare la tipologia più pregiata disponibile sul mercato:  sabbia lavata, fibre di rinforzo naturali e acqua non clorata.

I contenitori in cemento, che nascono in forma ovoidale come quelli in cocciopesto, possono essere personalizzati assecondando ogni desiderio, sia per ciò che riguarda le dimensioni, sia per ciò che concerne la decorazione esterna, e di essi è possibile richiedere anche forme personalizzate. E bene tra l’altro ricordare che sia per i vasi in cocciopesto che per quelli in cemento, non vengono utilizzate gabbie metalliche strutturali interne, al fine di evitare la formazione di dannose correnti elettrostatiche.  Il costo sul mercato del cocciopesto è intorno ai 4mila euro.

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in data:08/02/2016

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