Agronews
Vino: l’enoturismo viaggia con il freno tirato
Il XII rapporto sul turismo di settore presentato alla Bit dimostra che una mancanza di collaborazione sistemica tra produttori e operatori non permette di realizzare risultati che porterebbero l’Italia ad essere leader nell’offerta
Roma- L’enoturismo italiano viaggia con il freno tirato nonostante il potenziale vitivinicolo esistente. Ad oggi infatti il Belpaese può contare su duecento vitigini utilizzati e una produzione vitivinicola di 44,4 milioni di ettolitri l'anno, solo lievemente inferiore alla Francia (46,2 milioni). Eppure, in un momento in cui il turismo italiano continua ad arrancare, l'enoturismo registra un continuo sviluppo arrivando a generare nel 2013 un giro d'affari tra i 4 e i 5 miliardi di euro, ma è ben al di sotto del potenziale. E’ quanto emerge dal XII rapporto sul turismo del vino presentato in anteprima alla Borsa italiana del turismo (Bit), dalle Citta' del vino e dell'Universita' di Salerno
In particolare secondo i dati della Wine Tourism Conference gli arrivi turistici mondiali nel comparto enoturistico ammontano a circa 20 milioni, di cui solo 3 milioni sono gli arrivi italiani. Proprio per questo i punti di forza dell'Italia- si spiega- potrebbero proiettarla al primo posto nel mondo, tuttavia primeggiano altri Paesi, soprattutto quelli di matrice anglosassone (Usa, Australia, Nuova Zelanda) e i latinoamericani (Cile e Argentina), che hanno imprese giovani e di dimensioni rilevanti con un forte approccio al business e al marketing. Al contrario- si chiarisce- la penisola e' invece frenata da alcune debolezze competitive: la generale assenza di uno spirito di collaborazione "sistemico" tra i produttori, il mancato dialogo tra operatori turistici dei diversi settori, lo scarso utilizzo delle tecnologie e del web, la limitata capacita' nella valorizzazione delle produzioni, la bassa notorieta' e reputazione di alcuni territori, tranne le regioni piu' note