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Vino: un quarto del valore esportato è firmato Fedagri-Confcooperative
Secondo l'analisi dei bilanci gran parte del commercializzato che arriva sul mercato estero proviene dal 389 cantine associate, che con 20 milioni di ettolitri, rappresentano la metà del prodotto enologico italiano
Roma- Hanno raggiunto la quota record di 1,2 miliardi di euro i ricavi derivanti dall’export delle cantine cooperative associate a Fedagri: un risultato assolutamente in linea con il trend dell’export vitivinicolo, che ha chiuso l’anno a quota 5,1 miliardi di euro. Ad annunciarlo è stato il Presidente di Fedagri-Confcooperative Giorgio Mercuri nel corso di un incontro che si è svolto oggi a Roma.
“Se si esaminano i bilanci delle nostre cooperative - ha spiegato Mercuri - emerge quindi che un quarto di tutto il valore del vino commercializzato all’estero proviene dalle nostre 389 cantine associate, che con 20 milioni di ettolitri, rappresentano la metà del vino prodotto in Italia.
“Riteniamo che non sia in alcun modo possibile fermare la corsa dei nostri vini all’estero”, ha aggiunto Adriano Orsi, presidente del Settore vitivinicolo di Fedagri. Il nostro slogan, km illimitato, è dunque una fotografia fedele dello scenario che contraddistingue oggi il comparto vinicolo italiano, che vede ormai venduta all’estero la metà esatta del vino prodotto. Avevamo provato a fare una serie di calcoli e proiezioni sulla base delle principali distanze coperte dalle nostre aziende che vendono vini dalla Germania al Canada, fino al Giappone o alla Russia: la cifra era talmente alta che risultava difficile contenerla, da qui è nata l’idea dell’“illimitato”, aggettivo a cui abbiamo inteso dare anche una accezione positiva e improntata all’ottimismo, nel senso di non intravedere mai limiti o freni alle esportazioni del nostro vino made in Italy.
Le cantine cooperative stanno sempre più consolidando la loro presenza sui mercati esteri, tanto che in molte di esse le vendite all’estero rappresentano oltre il 50% del fatturato generato. È il caso delle di Mezzacorona, con l’82% di quota fatturato derivato dall’export (133 milioni su un totale di 163), o della cantina La Marca di Oderzo (Treviso), leader nella produzione di Prosecco Doc, che fattura 55 milioni di euro di cui il 70%, pari a 42 milioni, generato dall’export, o ancora della trentina Cavit, in cui i ricavi dall’estero sono pari a 119 milioni su un totale di 153, pari al 78%.
Significativa anche le performance economiche del Gruppo Caviro, i cui ricavi dalle esportazioni ammontano a oltre 75 milioni di euro (27% su un totale di 327 milioni), che, come ha ricordato il Direttore generale Sergio Dagnino in conferenza stampa, è la prima azienda italiana in Germania e Russia sia a volume che a valore e la prima in Francia a volume; in Gran Bretagna e in Spagna è oggi la seconda azienda a valore e volume. Caviro è inoltre proprietaria del marchio Tavernello, il primo marchio italiano nel mondo.
Ma le esportazioni interessano anche realtà di medie o piccole dimensioni: è il caso ad esempio della cantina Trinitapoli, situata ai confini delle province di Foggia e Bari, che produce 16 milioni di litri di vino per 5 milioni di fatturato. Dopo aver ottenuto nel 2011 il riconoscimento della Doc Tavoliere delle Puglie per il suo vitigno autoctono Nero di Troia, ha trovato nuovo slancio per le esportazioni ed oggi vende i suoi vini, oltre che in Europa, fino al Canada, dove le bottiglie sono entrate anche in ristoranti di Montreal.
Di tutti i settori agroalimentari, il vino è sicuramente il comparto cooperativo maggiormente internazionalizzato con il 58% delle cantine che può essere definito esportatore abituale. Tra i mercati di maggior interesse vi è la Germania, in cui esportano l’83% delle cooperative esportatrici di Fedagri, gli Stati Uniti con il 45%, mentre con il 35% seguono Canada, Svizzera e Gran Bretagna, anch’essi mercati di grande rilevanza per i valori ed i volumi fatti registrare in termini di vino importato.
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