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Vino asset stretegico anche per l'economia americana, con ricavi da oltre 10 mld l'anno

I vini italiani sono decisivi anche per l’economia di tutti i ristoranti degli Stati Uniti, sia in termini di presenza che di apprezzamento da parte dei consumatori

Roma - Un sorso di italianità, il testimone di un legame umano e culturale celebrato a tavola, ma anche un asset economico per entrambe le sponde dell’Atlantico, alla prova dei dazi al 15% in vigore da agosto. È quanto rilevato com Vinitaly.Usa Secondo l’analisi dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly, se è vero che le imprese italiane registrano un fatturato annuo di oltre 2,2 miliardi di dollari dalle vendite oltreoceano, per i partner commerciali Usa il bottino sale a più di 10 miliardi di dollari.

Secondo i dati dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly (base Sipsource), nonostante la gran parte dei consumi di vino negli Stati Uniti sia rappresentata da prodotti domestici (pari al 70% dei volumi consumati), le etichette italiane si posizionano al primo posto tra le bottiglie estere stappate con una quota di mercato pari al 38%, seguite a distanza dai vini australiani, neozelandesi, francesi e cileni. Ma questo primato tricolore non produce fatturato solo in Italia. Ogni dollaro speso in vino italiano ed europeo, infatti, genera 4,5 dollari di valore per l’economia statunitense.
Un effetto moltiplicatore che testimonia la profondità di un legame costruito in oltre 50 anni di storia commerciale. Secondo i dati forniti dalla piattaforma internazionale per la ricerca di importatori e distributori di vino Vinaty, attualmente negli Stati Uniti operano oltre 1.000 aziende registrate come importatori di vino, molte delle quali impegnate nell’importazione di vini italiani ed europei. A queste si aggiungono altrettanti distributori e grossisti, oltre a 2.000 rivenditori. Sul fronte della ristorazione, la sola industria di ristoranti italiani negli Usa vale, secondo IBISWorld, 95 miliardi di dollari l'anno e conta oltre 62 mila imprese.

E i vini italiani sono decisivi anche per l’economia di tutti i ristoranti degli Stati Uniti, sia in termini di presenza che di apprezzamento da parte dei consumatori. Per fare alcuni esempi, il Prosecco, oggi il prodotto di punta per il made in Italy enologico, è presente nel 41% dei menu americani (analisi di Italian Wine Podcast in collaborazione con Somm.ai), ma anche i rossi toscani sono molto richiesti. Nel 2024 le importazioni di vino italiano dagli Stati Uniti hanno sfiorato quota 2,3 miliardi di dollari, con 354 milioni di litri venduti, l’equivalente di oltre 470 milioni di bottiglie da 0,75 litri. Numeri che fanno della piazza statunitense il primo mercato di sbocco per l’ecosistema del vino italiano (530mila aziende e 800mila addetti), con una quota a valore pari al 24% sull’export totale tricolore.

Secondo il “2025 Economic Impact Report” di Wine America, infine, l’impatto annuale (diretto, indiretto e indotto) del vino negli Stati Uniti è di 144,4 miliardi di dollari, di questi – stando alla stima elaborata dall’Osservatorio Uiv-Vinitaly – quasi 19 miliardi di dollari sono generati dal vino italiano.

in data:06/10/2025

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