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Wall Street Journal, l’estero è scelta “obbligata” per i produttori del made in Italy
Con la terza recessione in sei anni l’Italia della qualità- sostiene il giornale americano- scommette sull’export per salvare i bilanci aziendali. Consorzio del Parmigiano Reggiano e Venchi gli esempi societari segnalati dal quotidiano
Roma- Con il Paese in recessione per la terza volta in sei anni anche le produzioni agroalimentari italiane devono puntare sull’estero per salvare i bilanci aziendali. A sostenerlo è il Wall Street Journal (Wsj) che nella prima pagina della edizione europea ha pubblicato ieri un articolo di analisi a firma Manuela Mesco. L’articolista sottolinea la flessione dei consumi interni (-13% dal 2008 secondo l'associazione dei consumatori Federconsumatori) ed elenca una serie di casi produttivi in cerca di una via alternativa al pericolo di una crisi caratterizzata anche dalle innumerevoli norme sanitarie in vigore sul territorio italiano e dai tagli per i fornitori imposti dalla grande distribuzione.
Tra tutti i produttori attuatori di una politica economica estera si segnalano il Consorzio del Parmigiano Reggiano, Isolabella, Venchi e i produttori di prosciutto. Ma in generale e complessivamente si parla di produttori e produzioni simbolo del made in Italy