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Zootecnia di precisione: la chiave per il futuro dell’allevamento in Italia
Il settore zootecnico italiano rappresenta un pilastro dell’agroalimentare nazionale, capace di coniugare storia, cultura e valore economico. Tuttavia, le sfide che oggi il comparto si trova ad affrontare sono molteplici: riduzione dell’impatto ambientale, miglioramento del benessere animale, garanzia di qualità e sicurezza alimentare, aumento della competitività sui mercati.
In questo scenario, la zootecnia di precisione si impone come leva strategica per il futuro. L’impiego di strumenti digitali e di monitoraggio consente di raccogliere dati puntuali su animali, pascoli e processi produttivi, trasformandoli in decisioni gestionali più efficienti. Si tratta di un cambio di paradigma che permette agli allevatori di ottimizzare le risorse, ridurre sprechi ed emissioni, migliorare la produttività e, non da ultimo, accrescere la redditività aziendale.
Non è un approccio riservato alle grandi realtà: anche le aziende di piccola e media dimensione, tipiche del tessuto produttivo italiano, possono beneficiare di queste tecnologie, valorizzando al meglio la propria tradizione e le produzioni tipiche.
Il caso Sicilia: il progetto iSafeGraze
Un esempio concreto di come la zootecnia di precisione possa trasformare un comparto viene dalla Sicilia, dove l’allevamento caprino, pur contando un numero significativo di capi, è ancora marginale e frammentato. Piccoli allevamenti tradizionali, redditività limitata e scarsa presenza sui mercati internazionali hanno frenato per anni le potenzialità del settore.
Qui nasce iSafeGraze, progetto che punta a rilanciare la filiera caprina attraverso soluzioni innovative e integrate. L’iniziativa si articola su più fronti:
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Monitoraggio satellitare dei pascoli: per gestire in modo razionale le risorse foraggere, ottimizzare i cicli di pascolamento e ridurre le emissioni.
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Mangimi innovativi: formulazioni studiate per migliorare la qualità del latte e sostenere la salute animale.
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Starter funzionali per i formaggi: selezione e utilizzo di ceppi di batteri lattici in grado di arricchire i prodotti in CLA (acidi grassi coniugati), aumentando il valore nutrizionale e commerciale dei formaggi tipici.
Finanziato dal PSR Sicilia 2014-2022, misura 16.1, iSAFE GRAZE ha coinvolto le aree montane di Capizzi, Petralia Sottana e Cerami, sperimentando un modello replicabile di allevamento ovino e caprino basato su monitoraggio intelligente dei pascoli, sensoristica avanzata e pratiche sostenibili. Capofila del progetto l’azienda Petra, affiancata dalle aziende partner Scinardo Antonio, Scinardo Giacomo, Scinardo Angela e Mangimi Di Pasquale, con il supporto scientifico del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Messina e l’innovation broker Giuseppe Di Bella.
L’intero percorso coinvolge tutta la filiera: dall’industria mangimistica agli allevatori, fino alla trasformazione casearia e alla vendita diretta in azienda.
Un modello replicabile
Il valore di iSafeGraze va oltre i confini siciliani. L’approccio adottato dimostra come la tecnologia possa ridare slancio a comparti considerati marginali, offrendo agli allevatori strumenti concreti per aumentare la competitività senza rinunciare alla tipicità dei prodotti. Un modello che può essere replicato anche in altre aree d’Italia, contribuendo alla valorizzazione delle produzioni locali e alla tutela dell’ambiente.
Guardare avanti: la zootecnia di precisione come scelta strategica
La zootecnia italiana è chiamata a un rinnovamento che non può più essere rimandato. I mercati chiedono qualità certificata, i consumatori premiano prodotti genuini e tracciabili, le politiche agricole indirizzano verso sostenibilità e riduzione dell’impatto ambientale.
La zootecnia di precisione si configura quindi come la strada maestra per affrontare queste sfide. Non si tratta di sostituire la tradizione, ma di rafforzarla con strumenti che ne amplifichino il valore, rendendo più solida e sostenibile la filiera.
Esperienze come quella di iSafeGraze dimostrano che la combinazione di ricerca scientifica, tecnologia e visione imprenditoriale è in grado di generare benefici concreti per allevatori, consumatori e territori. Ed è proprio da questa integrazione tra innovazione e radici che passa il futuro dell’allevamento in Italia.
Redazionale
in data:20/03/2025