Ti informiamo che, per migliorare la tua esperienza di navigazione questo sito utilizza dei cookie. In particolare il sito utilizza cookie tecnici e cookie di terze parti che consentono a queste ultime di accedere a dati personali raccolti durante la navigazione. Per maggiori informazioni consulta l’informativa estesa ai sensi dell’art. 13 del Codice della privacy. L'utente è consapevole che, proseguendo nella navigazione del sito web, accetta l'utilizzo dei cookie.

Home » Filiera Corta » Pasta, l'Italia resta in testa

Filiera Corta

Pasta, l'Italia resta in testa

 Penne

Leader incontrastati per produzione e consumo: gli italiani, stando agli ultimi dati, sono i più grandi produttori al mondo di pasta (6,1 miliardi in valore) e i più grandi consumatori (26 kg a testa all'anno; secondi, staccati, i venezuelani con 12,9 kg).

A dare conferma della tendenza è la fiera di Bologna che dal 24 al 27 aprile ha ospitato «Pastatrend», il salone della pasta che ha visto la presenza di 150 espositori e di circa 2.300 buyers da 40 paesi. Ricco è stato anche il calendario di eventi collaterali, frutto di un'organizzazione del direttore artistico Maria Laurito (dalle lezioni degli 'chef stellatì alle ricette delle sfogline di Casa Artusi, dai convegni medici sui 'miracolì della pasta per stare in buona salute agli happy hour dedicati alla pasta con l'immancabile 'Miss tagliatellà).

L' indagine di Nomisma presentata in questa prima edizione della manifestazione conferma il ruolo rilevantissimo della produzione: nel 1997 il valore si fermava a 2,5 miliardi. Oggi è cresciuto a 6,1, dà lavoro a 30 mila addetti in circa 6.000 imprese, molte delle quali artigianali. Il boom c'è stato soprattutto fra il 2003 ed il 2007 con un aumento del 150% trainato soprattutto dall'export (i consumi interni sono sostanzialmente invariati a un milione e 538 mila tonnellate). L'export si attesta oggi a 1,8 miliardi (lieve calo dovuto alla crisi, era di due nel 2008) e rappresenta il 9% delle esportazioni alimentari italiane.

La pasta è quarta dopo vino (17,4%), conserve vegetali (12,8%) e carni lavorate (10,2%), e negli ultimi cinque anni la pasta è il prodotto che ha registrato le performance migliori. L'Italia è prima al mondo come quota di mercato negli scambi internazionali con il 42%, segue a grande distanza la Cina con l'8%.

Una quota che sale al 62% se si considera la pasta secca e fresca non contenente uova. Nei mercati di sbocco la Germania è il maggior importatore mondiale con il 12,4% seguita da Francia (10,7%), Usa (10,6%), Regno Unito (9%). Le uniche note dolenti vengono dalle relazioni di filiera. Infatti l'Italia non produce tutto il grano duro di cui le aziende avrebbero bisogno. Nel 2008, quando il prezzo era salito alle stelle (500 euro a tonnellata), furono prodotte oltre cinque milioni di tonnellate. Oggi il prezzo è crollato attorno ai 150 euro e non dà segno di risalire. In virtù di questa volatilità, nel 2009 la produzione italiana si è ridotta a 3,7 milioni su 1,2 milioni di ettari. Il risultato è che, per soddisfare la domanda, le importazioni di grano duro sono salite fino alla quota di 2,2 milioni. Ma è un dato di lungo periodo che il settore primario non sia stato in grado di tenere il passo con la dinamica crescente della produzione.

in data:28/08/2010

Galleria Fotografica

  • Pasta in essicazione
  • Le farfalle
  • Le pipe rigate
  • Una composizione di penne rigate, pipe, rigatone rigato e fusillo
  • Pipe lisce
  • Una macchina per la lavorazione della pasta
  • Pasta, pomodoro e basilico
  • Una fase di lavorazione della pasta
  • Una spiga di grano

Cerca

Multimedia

  • video

    Tg Agricoltura. Edizione 4 luglio

  • foto

    Binomio, a Roma arriva la cucina all day long nata in Catalogna

  • video

    Tg Agricoltura. Edizione 27 giugno