La Forchetta Dispettosa
“Caso De Girolamo”, l’agricoltura non ha bisogno di una Waterloo
Il piatto era troppo appetitoso per non portare un numero da record in edicola. Il settimanale L' Espresso non ha pensato troppo a lungo per regalare agli agricoltori le verità sul ministro Mipaaf Nunzia De Girolamo. Ecco che la scorsa settimana il Gruppo editoriale guidato da De Benedetti sforna un dossier ricco di riflessione sul funzionamento delle larghe intese del Governo Letta. Passata una settimana la seggiola dell’ex fedelissima di Silvio Berlusconi, ora passata nel Nuovo Centro Destra di Alfano, l’ex delfino del fondatore della tv commerciale, sembra traballare non poco tanto che anche alla presentazione di pochi giorni fa dell’iniziativa di Google, Mipaaf e Unioncamere sulle digitalizzazione delle eccellenze italiane la De Girolamo ha dribblato i cronisti entrando da una porta secondaria della sala convegni romana dove si è ufficializzato il progetto ed è fuggita velocemente alla fine del suo intervento.
Ora, però, tutti si domandano quanto ancora potrà durare l’impasse?. Alcuni temono un ennesimo cambio di poltrona al dicastero di Via XX Settembre con un inevitabile danno per il settore che da alcuni anni vive di continui cambi gestionali al vertice. Tra tutti si ricordano gli ultimi passaggi di consegna da Galan a Romano fino a Catania. Bisogna dire anche che la De Girolamo si batte come una leonessa e ha incassato anche il sostegno di alcune organizzazioni di categoria. Molti però sono anche i suoi detrattori, tra i primi il Movimento di Beppe Grillo, e il suo intervento difensivo in Parlamento potrebbe non bastare……….
Quello che si chiede, per il bene del comparto, è che la De Girolamo, schiacciata dal peso delle intercettazioni e fino a questo momento non è indagata, non si difenda solo con denunce per la tutela della privacy, ma risponda con i fatti e argomentazioni valide alle accuse di clientelismo e di lobby che le vengono mosse. L’agricoltura in questo momento non ha bisogno di una Waterloo.
Insomma, in attesa che la Camera si pronunci il 4 febbraio sulla mozione di sfiducia contro il ministro presentata dal Movimento 5 stelle dopo la vicenda dei suoi presunti interventi nella sanità pubblica in Campania, la De Girolamo cerchi di smentire concretamente le accuse che le vengono mosse a partire da quelle de “L’Espresso” e che per dovere di cronaca riportiamo.
L'ESPRESSO, "LA RETE DI POTERE DI DE GIROLAMO E BOCCIA" "UNA DOZZINA I CONTRATTI AGLI "AMICI FATTI AVERE AL MINISTERO" (Ansa)
"Amici di vecchia data senza laurea, ex fidanzati, vecchi assistenti universitari del marito, generali indagati per l'inchiesta P4, politici del Pd trombati alle elezioni": "sono una dozzina - scrive il settimanale L'Espresso - i contratti che il ministro Nunzia De Girolamo ha fatto avere al ministero delle Politiche agricole, tutti incarichi finiti al gruppo di collaboratori di Benevento o ad alcuni fedelissimi di Francesco Boccia", deputato del Pd e marito della De Girolamo. Secondo L'Espresso si sarebbe in presenza di "una rete di clientele e raccomandazioni che disegna il sistema di potere della coppia delle larghe intese De Girolamo-Boccia, fondato sull'asse Benevento-Puglia". Il settimanale cita i vari casi.
"Un mese fa - si legge - e' diventato nuovo capo di gabinetto Ferdinando Ferrara. Con uno stipendio di 294 mila euro l'anno, e' un ex dirigente del Dipe che Boccia ha conosciuto quando entrambi lavoravano a stretto braccio alla Presidenza del consiglio dei ministri". L'Espresso scrive che "Ferrara, che si deve occupare anche di decreti legati all'agricoltura e all'Imu agricola, possiede pero' centinaia di ettari di terreni coltivati e migliaia di ulivi in Puglia. Non solo: alla faccia del conflitto d'interesse, dalle visure camerali Ferrara risulta azionista di un'azienda agricola a Foggia e fino a qualche giorno fa di una societa' specializzata in coltivazioni miste di cereali, legumi e semi oleosi". Il suo nuovo vice, prosegue il settimanale, e' "Bartolomeo Cozzoli, avvocato del Pd di Bisceglie, stessa citta' da cui viene Boccia: figlio dell'ex sindaco Dc della sua citta', trombato alle elezioni regionali del 2010, Ferrara l'anno scorso gli ha fatto un contratto da consulenza al Dipe da 50 mila euro. Da qualche giorno e' diventato pure vicecapo di gabinetto della De Girolamo".
"Grazie a Boccia - scrive ancora L'Espresso - hanno fatto carriera a Palazzo Chigi altri suoi fraterni amici: Francesco Rana, ex assistente di Boccia all'universita', a soli 34 anni l'anno scorso e' diventato capo della segreteria tecnica di Filippo Patroni Griffi, con uno stipendio da 190 mila euro l'anno. Un altro assistente di Boccia all'universita' Carlo Cattaneo, Sergio Zucchetti, e' stato premiato dalla De Girolamo con un posto di amministratore delegato di una societa' del ministero delle Politiche agricole, il Sin, posto da cui pero' si e' dimesso qualche giorno fa per conflitti interni all'azienda. Ferrara nel 2013 ha premiato un altro amico del cuore del marito di Nunzia, Angelo Maria Argento: giovane avvocato del Pd, ha tentato di diventare senatore alle scorse politiche ma non ce l'ha fatta. Ha pero' ottenuto un contratto lo scorso luglio da 80 mila euro a Palazzo Chigi, a cui somma i soldi che gli arrivano dal Sin, di cui e' consulente". Secondo il settimanale, "anche la De Girolamo ha infarcito il ministero di sui amici: dall'ex fidanzato Antonio Tozzi, messo al Sin con 175 mila euro l'anno, a Luigi Barone e Giacomo Papa, i due uomini che partecipano con lei alle riunioni del 'direttorio' che secondo le indagini della procura di Benevento influenzava le scelte dei dirigenti dell'Asl di Benevento. Passando per amiche intime diventate consulenti e finendo con un generale sannita della Gdf indagato in uno stralcio dell'inchiesta P4 ma nominato commissario straordinario di Agea, l'azienda del ministero che si occupa dei miliardi della Pac". (Ansa, 16 gennaio)