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Casale del Giglio, l'azienda enologica con il pallino dell'autoctono. La Biancolella di Ponza tra i fiori all'occhiello

L'impresa vitivinicola del pontino ha sperimentato 57 varietà mettendole in produzione 18. Sul mercato 1 milione e cinquecentomila bottiglie. La superficie vitata è di quasi 200 ettari

Circa 4mila bottiglie di produzione, una superficie vitata che non va oltre i due ettari  e una determinazione produttiva da far invidia anche ai più instancabili stakanovisti della vite. Al centro del progetto la Biancolella di Ponza,  varietà autoctona originaria della Campania e autorizzata nel Lazio solo nelle isole Ponziane. Ambasciatore della varietà decretato dai risultati raggiunti è Antonio Santarelli, patron dell’azienda pontina Casale del Giglio di quasi 200 ettari con una produzione di 1 milione e cinquecentomila bottiglie che da alcuni anni fa della sperimentazione uno dei suoi cavalli di battaglia con una prova in campo di 57 varietà e una produzione  di 18, tra cui appunto la Biancolella e il Bellone coltivato nella zona di Anzio (Roma).  Intanto per il futuro Casale del Giglio non elemosina sorprese e strizza l’occhio alla zona di Amatrice (Rieti) con l’obiettivo di riqualificare e valorizzare il vino autoctono del territorio che ha dato origine nel 1914 alla “Ditta Bernardino Santarelli & Figli”. Dal punto di vista della differenziazione aziendale Santarelli ha invece messo in cantiere l’idea di un agriturismo da realizzare all’interno dell’azienda agricola che ha sede  nella località Le Ferriere (Latina) e continua a guardare con interesse  a progetti artistici sostenendo iniziative di varie tipologie. Allo stesso tempo, sotto il profilo economico, ha rilevato, dietro il parere del suo enologo Paolo Tiefenthaler, il 20 per cento dello spumante metodo classico Opera con l’obiettivo di rafforzare la commercializzazione delle bollicine trentine.  

Insomma tra passato, presente e futuro e in maniera trasversale avventurandosi anche in produzioni fuori regione,  la Casale del Giglio si propone sempre più come guida dell’enologia laziale puntando su una ricetta che valorizzi al meglio i piatti tipici del territorio con il vino della regione anche in virtù del fatto che i 2/3 delle vendite dell’azienda riguardano il mercato romano e laziale. Ecco dunque che l’impresa capitanata da Santarelli propone una diversa gamma di vini, anche a livello nazionale e internazionale, capaci di proporre i sapori della regione  mediante una produzione di Chardonnay, Sauvignon, Bellone, Albiola, Merlot, Shiraz.  Tra i fiori all’occhiello della strategia  la Biancolella, già premiata da critici di settore e recensita da autorevoli guide di comparto e che è coltivata da quattro anni da Casale del Giglio attraverso terreni di proprietà e in affitto situati in altezza e modalità terrazza sull’isola di Ponza. Il vino, protagonista dell’ edizione 2016 di Cantine Aperte del Movimento  turismo vino, è venduto esclusivamente a Ponza e la varietà è stata importata da Ischia nella metà del ‘700, ai tempi del Regno di Napoli sotto i Borbone. L’etichetta di Casale del Giglio è “Faro della Guardia” e le uve sono vinificate in purezza. Il vino si presenta di colore giallo con riflessi leggermente verdolini, mentre il profumo ricorda la frutta gialla (pesca- albicocca). La vinificazione avviene secondo la tradizionale lavorazione in bianco con pressatura soffice di uva intera e fermentazione spontanea a temperatura di 20 C. L’affinamento è di 7-8 mesi. La Biancolella è consigliata con le “Linguine c’o Fellone”, un piatto tipico di Ponza con la Granseola detta “o Fellone”.

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Gianluca Pacella

in data:31/05/2016

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