La Forchetta Dispettosa
Il food non può essere sintetizzato in un’anonima lista dei migliori. Il 2016 sia l’anno del cambiamento
Messi alle spalle la cena e il pranzo di Natale con un’ appendice con la festa di Santo Stefano tutto il mondo del food guarda alla fine dell’anno e a quello che ci regaleranno i prossimi dodici mesi. Le attese, come sempre, riguardano le nuove tendenze, pronostici sugli chef emergenti, scoop sull’apertura di locali o anticipazioni come, ad esempio, quella sul ristorante annunciato pochi giorni fa dallo chef e conduttore di MasterChef Bruno Barbieri che sorgerà a Bologna. Insomma una sorta di stagnazione comunicativa con una mancanza di capacità di rinnovarsi per paura di perdere il guadagnato non sapendo che sarà proprio la ripetitività a bruciare il lavoro fin qua fatto e di stancare, alla lunga, anche i più incalliti food lowers. I risultati di questa perseveranza saranno l’ennesime pubblicazioni con tanto di simbolo grafico pro o contro delle previsioni dei maggiori Guru dell’enogastronomia e di opinion maker su blasonati settimanali e quotidiani in una sorta di rituale che ha solo dell’autoreferenziale.
In soldoni un gioco per pochi e per l’ego dei soliti noti inseriti in una logica di circo mediatico nel quale il vizio da merenderos , anche se lo si nasconde, non esclude nessuno e prevale anche in tutti coloro che declamano il loro pedigree gourmet. Recenti pubblicazioni hanno infatti sarcasticamente ben fotografato il settore.
Servirebbe dunque, nel rispetto di tutti, un cambio di passo, per non morire inghiottiti da una banale noiosa informazione, che seppure non tutti denunciano per evitare di rimanere esclusi dai “compagni di merende”, offre un quadro comunicativo fatto quasi esclusivamente di liste enogastromiche sui migliori premiati da Guide Food, che nel corso del tempo hanno perso autorevolezza per motivi legati a ragioni di cassa delle case editrici che le pubblicano. Senza poi dimenticare i tormentoni sulle ricette più buone e le tristi piaggerie agli chef.
Dunque, senza togliere i meriti conquistati sul campo da autorevoli giornalisti, blogger e volti televisivi con le loro trasmissioni di ricette pieni di piccoli e grandi cuochi, c’è bisogno di un nuovo cammino che conservi l’onda lunga del valore economico del made in Italy economico che ha fruttato occupazione e opportunità e fatturato per tutti, ma che senza l’introduzione di elementi di novità rischia di sprofondare.
E come fare per far questo? Raccontare di più e meglio. La cucina, l’enogastronomia e il food non possono essere sintetizzati genericamente in un’ anonima lista dei migliori. Il 2016 sia l’anno del cambiamento!
Gianluca Pacella
in data:26/12/2015