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Latte, gran parte della produzione casearia nazionale si concentra nella mozzarella

Anche nel 2024, le imprese lattiero casearie operanti in Italia hanno raccolto e trasformato tutto il latte vaccino prodotto nelle stalle italiane. Si tratta di 13, 18 milioni di tonnellate, cui si aggiungono 800 mila tonnellate di latte tra caprino, bufalino e pecorino. Lo rende noto Assolatte in occasione della festa per gli 80 anni della fondazione. Il latte lavorato in Italia è destinato alla produzione di 2,5 milioni di tonnellate di latte alimentare, 1,4 milioni di tonnellate di formaggi (per il 44% a denominazione di origine protetta), 265mila tonnellate di yogurt e altri latti fermentati e 103mila tonnellate di burro.

 

Gran parte della produzione casearia nazionale si concentra nella mozzarella (315mila tonnellate), Grana Padano dop (218mila tonnellate), Parmigiano Reggiano dop (163mila tonnellate), Gorgonzola dop (63mila tonnellate), Mozzarella di bufala campana dop (55mila tonnellate), Pecorino Romano dop (39mila tonnellate), burrata e stracciatella (47.500 tonnellate, di cui 600 di Burrata di Andria IGP), provolone (28mila tonnellate, di cui 7mila Valpadana Dop), mascarpone, crescenza, Asiago dop. Sale poi anche la produzione di burro (+5,8%) e creme (+5,9%), mentre chiudono in flessione yogurt e altri fermentati (-6,3%) nonché il latte alimentare (-1,7%). Burro e creme sono in crescita di oltre il 3% anche nel 1° trimestre 2025, mentre stabili restano i formaggi.

Per quanto riguarda l’export caseario italiano, il 2024 è stato uno degli anni migliori della sua storia.

 

Le 658mila tonnellate esportate attestano un nuovo record dei volumi per il sedicesimo anno di fila. Il +10,7% sul 2023, inoltre, è il tendenziale annuo più alto di tutta la serie dopo quello 21/20 (+13,8%). Naturalmente anche 5,4 miliardi di euro (5,9 tenuto conto delle altre referenze}, è un fatturato record. Tra guerre, persistere dell'inflazione e varie altre insidie, non è stato facile né scontato. E per mantenere le quote di mercato, inoltre, non è stato necessario ricorrere in misura esagerata alla leva prezzo, registrandosi un calo dell'euro/kg del solo 1,4%.

Tutti i principali (e non solo} Paesi di destino hanno segno positivo, spesso a due cifre percentuali. Vuol anche dire che il record non è solo globale, ma anche di svariate individualità. La crescita 2024, insomma, è stata estremamente diffusa, e, sotto vari aspetti, equilibrata. Presi nell'insieme, infatti, i volumi verso UE ed extra-UE sono aumentati pressoché allo stesso tasso (+10,8% e +10,7%).

 

Nell’Ue spiccano per entità del tasso Germania, Spagna, Austria, Repubblica Ceca, Svezia, Danimarca e soprattutto Polonia (+26,7%) e Romania (+25,3%). È da sottolineare poi la Francia che, con +8,9% e 146.400 tonnellate, consolida il suo miliardo e oltre di 'fatturato' generato. Nell’extra-Ue, nell'insieme sempre più prossimo alle 200 mila tonnellate, si sono rafforzati in particolare Americhe (+12,2%), Asia Orientale (+20,4%), Medio Oriente (+12,8%) e Oceania (+15,2%), tutte aree con tassi superiori alla media.

 

Per quanto riguarda le merceologie, c'è da rilevare l'oltre +10% dei grattugiati sia fuori che dentro l'UE. Più dinamici fuori, invece, la mozzarella (+9,3%), il mascarpone (+16,8%), Grana Padano e Parmigiano Reggiano dop (+10,1%), provolone (+16,7%) e soprattutto I Pecorini (+7,7%).

 

Crescono più velocemente nell’UE burrate e ricotte (+23,7%), Gorgonzola dop (+5,4%), Taleggio dop (+3,3%) e altri formaggi duri vaccini (+7,8%).

 

C'è da festeggiare infine il sorpasso dell'Italia sull'Olanda tra i paesi maggiori esportatori dell’UE in volume. Nessun sorpasso invece sul valore, dove con 1,78 miliardi di euro l’Italia è prima in classifica da tanti anni, staccando nettamente la Francia che si ferma a 1,2 miliardi.

 

Il primo trimestre di quest’anno ci racconta di nuovi importanti risultati, accompagnati anche da un deciso recupero dell'euro/kg, generato nel divario tra un +3,4% di crescita a volume e + 13,8% a valore.

in data:20/06/2025

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