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Miele, l'industria italiana mette alle spalle 12 mesi non positivi
È stato un 2017 difficile per il miele italiano. Lo scorso anno il clima instabile ha colpito duramente il lavoro delle api nel nostro Paese, tanto da far scendere significativamente la produzione italiana. Secondo le stime diffuse dal Gruppo di Miele di Aiipa, l’Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari e che rappresenta le aziende italiane che confezionano il miele per il consumatore finale e forniscono il miele all’industria dolciaria e cosmetica, nel 2017 la produzione apistica italiana si è attestata attorno alle 9 mila e cinquecento tonnellate. Nel 2016, che già non era stato un anno generoso, erano state circa 11 mila.
Nel 2017 in Italia i consumi totali hanno raggiunto un volume pari a 26.015 tonnellate, solo in leggero calo rispetto alle 26.284 tonnellate registrate nel 2016. Stesso discorso per il consumo pro capite. Nel 2017 ogni italiano ne ha consumato, tra consumo diretto al vasetto e indiretto attraverso i dolciumi, circa 0,43Kg, sostanzialmente la stessa quantità del 2016 (0,44Kg).
La caduta della produzione apistica nazionale ha inciso anche sul volume dell'export di miele italiano, che nel 2017 è stato pari a 6.398 tonnellate, il 14% in meno rispetto alle 7.284 tonnellate esportate l'anno precedente. A ciò è corrisposto un leggero incremento delle importazioni, salite a 23.413 tonnellate nel 2017, +3% rispetto alle 22.568 tonnellate del 2016. Le importazioni si confermano per circa il 65% da Paesi membri dell’Unione europea (15.117 tonnellate), con Romania e Spagna ai vertici. Le restanti 8.296 tonnellate arrivano invece da Paesi extraeuropei (Cina, Argentina e Ucraina).
La stabilità dei consumi, unitamente al calo di produzione, ha favorito il consolidamento del fatturato del miele venduto a scaffale, che nel 2017 ha registrato una crescita del 5%, passando dai 140 milioni di euro del 2016 ai 147 milioni di euro.