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Trend & Mercati

Prodotto interno lordo: per l'agricoltura un calo del 5%

Il Pil e' diminuito dello 0,2% nel quarto trimestre 2009 rispetto al trimestre precedente, e quindi su base congiunturale, e del 2,8% rispetto al quarto trimestre 2008 (su base tendenziale). E' questa la stima dell'Istat. Per l'intero 2009, invece, la crescita della nostra economia ha fatto registrare il dato peggiore dal 1980 (da quando cioe' e' iniziata la serie storica): in particolare, il Pil e' diminuito del 4,9% e la crescita acquisita per il 2010 e' pari allo zero. Il 2009, inoltre, ricorda l'Istat, ha avuto una giornata lavorativa in piu' rispetto al 2008.


In questo contesto l’agricoltura - segnala la Coldiretti fa segnare una riduzione stimata del 5 per cento del valore aggiunto reale su base annua per effetto del calo del 3,2 per cento la produzione totale agricola e del crollo dell’11,1 per cento dei prezzi riconosciuti agli agricoltori. Nel 2009 si è verificata una forte contrazione nella produzione delle coltivazioni vegetali del 4,3 per cento e un calo dell’1,2 per cento nelle attività di allevamento ma - sottolinea la Coldiretti - particolarmente pesante è stata la riduzione dei prezzi alla produzione agricola rispetto all’ anno precedente. Se in media la riduzione è stata del 11,1 per cento un vero crollo si segnala per i cereali, che hanno subito una flessione del 28,2 per cento e i vini, in calo del 19,5 percento, ma contrazioni significative sono state registrate - precisa la Coldiretti - anche per la frutta (-13,4 per cento), per l'olio d'oliva (-13,2 per cento), per il latte (-11,4 per cento) e per i suini (-6,0 per cento). Si tratta - sottolinea la Coldiretti - di un trend negativo, nonostante il prezzo medio al consumo degli alimentari e bevande sia aumentato dell’1,8 per cento nel corso dell'anno, a conferma le pesanti distorsioni che permangono nel passaggio degli alimenti dal campo alla tavola e che danneggiano agricoltori e consumatori. La Coldiretti - precisa una nota - sta promuovendo un progetto per una filiera agricola tutta italiana con l'obiettivo di tagliare le intermediazioni e arrivare ad offrire attraverso la rete di Consorzi Agrari, cooperative, farmers market, agriturismi e imprese agricole prodotti alimentari al cento per cento italiani firmati dagli agricoltori al giusto prezzo.Sulla stessa lunghezza dìomda la Cia Nonostante l'aumento congiunturale del valore aggiunto agricolo, di cui ancora non si conosce l'entita', la situazione - commenta il presidente Giuseppe Politi - dell'agricoltura italiana resta molto grave, anche perche', in termini tendenziali, si preannuncia una flessione durante l'intero 2009 del 5 per cento. E tutto cio' e' un ulteriore campanello d'allarme che mette in evidenza tutte le difficolta' e i problemi che oggi sono costretti ad affrontare i produttori agricoli del nostro Paese, sempre piu' stretti dai costi produttivi, dai gravosi oneri contributivi e dalla mancanza di una politica realmente efficace e concreta, da redditi in caduta verticale"."I dati Istat, pur in presenza del segno positivo del quarto trimestre dello scorso anno, confermano -ha rimarcato Politi- i problemi pesanti per le imprese agricole italiane che non riescono ad operare con la dovuta efficacia. Un quadro complesso verso il quale bisogna intervenire in maniera realmente concreta. Da tempo sollecitiamo misure per ridurre i costi ("accisa zero" sul gasolio per tutte le aziende e fiscalizzazione degli oneri sociali). Al momento, pero', non sono venute risposte. Allo stesso modo abbiamo chiesto l'avvio di un nuovo progetto di sviluppo che si puo' delineare nella Conferenza nazionale dell'agricoltura che va effettuata in tempi brevi". "Praticamente, il trend dell'agricoltura -ha aggiunto il presidente della Cia- e' in linea con il rallentamento generalizzato e pesante dell'economia nazionale, anche se i problemi del settore, come piu' volte denunciato, rischiano di aggravarsi ulteriormente se non si interviene in maniera realmente efficace e tempestiva".
La riduzione del 5 per cento del valore aggiunto agricolo nel 2009 -come rileva anche l'Ismea- e' frutto di una contrazione della produzione agricola (meno 3,2 per cento) e di una riduzione dei prezzi all'origine (meno 12,4 per cento). Dati negativi ai quali si aggiunge il crollo (meno 25,3 per cento) dei redditi degli agricoltori. In particolare, il 2009 e' risultato negativo -come sostiene l'Ismea- per il settore del frumento, in forte contrazione sia sul fronte dei prezzi (meno 43 per cento per il duro, meno 35 per cento per il tenero) sia su quello delle produzioni (meno 29 per cento per il duro, meno 24 per cento per il tenero), per effetto dei minori investimenti. Analogamente, la contrazione dei prezzi medi nel settore lattiero caseario (meno 12 per cento) si e' riflessa in un calo delle consegne di latte e, conseguentemente, in una riduzione di offerta di formaggi (meno 19 per cento) e burro (meno 16 per cento). Tra le produzioni mediterranee, solo gli ortaggi -segnala la Cia in base ai dati Ismea- evidenziano una crescita complessiva delle produzioni (piu' 6 per cento) ed un contestuale aumento dei prezzi medi (piu' 11 per cento). Consistenti flessioni dei listini, invece, si registrano per il vino (meno 22 per cento), la frutta (meno 13 per cento) e l'olio (meno 15 per cento), che segna anche un calo accentuato in termini di produzione (meno 23 per cento).

in data:05/07/2010

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