Filiera Corta
Aumentano le famiglie che fanno shopping alimentare nei discount
Secondo l'ultimo rapporto di Unimpresa è sempre più caccia al prezzo basso: la spesa low cost nel 2013 cresce del 72 per cento
Roma- Aumentano le persone che fanno shopping "per mangiare" nei negozi "a basso costo". Dagli alimenti alle bevande, ma anche prodotti per la casa e abbigliamento, gli sconti fanno gola a tutti e sono la risposta fai-da-te delle persone alla crisi. L’ultimo rapporto in ordine di tempo di Unimpresa su un campione di 18mila esercizi commerciali associati conferma le analisi fatte negli ultime mesi: la spesa low cost è cresciuta nel 2013 a conferma che le famiglie italiane inseguono sempre di più risparmi e promozioni: 3 su 5 hanno provato almeno una volta i discount nel 2013. La recessione – si legge in una nota - ha ormai radicalmente alterato le abitudini al supermercato: gli italiani fanno economia e così lo scorso anno sono cresciuti dell'72% rispetto al 2012 gli acquisti di offerte speciali.
Nel carrello della spesa degli italiani, secondo quanto emerge dalla ricerca di Unimpresa, finiscono con sempre maggiore frequenza rispetto al passato prodotti offerti sugli scaffali con sconti, specie quelli con ribassi dei prezzi superiori anche oltre il 30% rispetto al listino ufficiale. Lo studio conferma e mette in luce una tendenza in atto da tempo, peraltro già rilevata negli ultimi due anni dall'associazione. Confermato il dato più rilevante, secondo cui l'attenzione alle offerte speciali porta i consumatori a fare una vera e propria "incetta" di beni a basso costo: i cittadini sono diventati super esperti dei volantini, puntano le promozioni e nelle buste della spesa finisce solo quanto è proposto in offerta, mentre restano sugli scaffali dei supermercati e dei piccoli negozi su strada tutti gli altri prodotti. Obiettivo che si raggiunge soprattutto con la lettura ormai quotidiana di volantini: gli italiani li leggono sem pre di più alla ricerca di sconti e prezzi bassi.
Tutto ciò, però, ha inevitabili conseguenze negative sui ricavi degli esercenti: secondo prime stime l'impatto sui conti potrebbe arrivare ad avere un'incidenza negativa del 55-60%. Elemento che aggraverebbe un quadro già profondamente depresso: del resto, nel 2012 i consumi sono scesi del 4,3%. E nel 2013 (dato di ottobre) sono risultati in calo dell'1,6% su base annua precipitando al livello degli anni '90. I dati indicano che i piccoli negozi sono sempre meno frequentati (-3,2%) e il trend è negativo anche per i supermercati (-1,6%). Solo i discount segnano una tendenza positiva (+2,9%).
"Lanciamo l'allarme rosso: l'inasprimento tributario sta facendo chiudere a catena i piccoli negozi e anche la grande distribuzione organizzata, già colpita dalla bufera economica, potrebbe accusare un colpo tremendo" dice il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi. "Serve una cura da cavallo - aggiunge Longobardi - per far ripartire l'economia. Giù le tasse, subito. Senza indugi o tentennamenti di sorta. Il Governo di Enrico Letta non può perdere altro tempo".
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