Filiera Corta
Birra, crolla il mito del pub. Ora la "bionda" si consuma a casa
Cresce, complice la crisi economica e l'aumento dei prezzi provocato dagli incrementi fiscali del 2013, il consumo tra le mura domestiche che sale al 59,7 contro il 40,3% dei locali
Roma- Addio al pub, ristorante e bar, la birra oggi si consuma di più nelle mura domestiche. E’il frutto della crisi combinata con l'aumento dei prezzi provocato dagli incrementi fiscali del 2013. A rilevarlo è l’ultima indagine di Assobirra. Nel 2013, secondo l’Associazione degli industriali della birra e del malto il Fuori Casa (On Trade) rispetto al 2012, è sceso, rispetto al 2012, dal 41% al 40,3%, mentre il “casalingo” (Off Trade) è salito dal 59% al 59,7.
In ogni caso – si fa presente- i consumi di birra degli italiani sono stabili: i 17milioni e 504mila ettolitri consumati nel 2013 hanno segnato un lievissimo aumento (+0,3%) rispetto ai 17milioni e 458mila del 2012. Il consumo pro capite rimane però invariato: 29,2 litri annui contro i 29,3 del 2012; valore che conferma l'Italia all'ultimo posto per consumi di birra in Europa, distante da Repubblica Ceca (144 litri procapite), Germania (107), Austria (106) ma anche da realtà ''mediterranee'' come la Spagna (47,5) e la Grecia (38,3).
Altro fenomeno rilevante per il settore- si spiega ancora- è lo spostamento verso i prodotti più economici. Relativamente alle tipologie di birra, i segmenti top del mercato - che consentono marginalità più alte al settore - hanno registrato una evidente flessione: la quota di mercato delle Specialità è scesa di quasi due punti, dal 13,4% all'11,5%, quella delle Premium di oltre tre punti e mezzo, dal 30,3% al 26,7%. Ciò a tutto vantaggio delle birre di minor prezzo, in particolare il Main stream, salito dal 47% al 51%, e le Private Label, passate dal 6,4% al 7,7%.
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