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Dop, Igp e Stg, i tempi si dimezzano

E’ quanto prevede un nuovo regolamento del parlamento europeo per i marchi di qualità dei prodotti agricoli. La registrazione passa da 12 a 6 mesi

Roma – I tempi per ottenere un marchio Dop, Igp e Stg saranno dimezzati. A stabilirlo è un nuovo regolamento messo in cantiere dal Parlamento europeo. Il provvedimento, frutto di un’intesa informale raggiunta con il Consiglio, introduce inoltre una nuova etichetta per i prodotti di montagna. Allo stesso tempo etichette per prodotti delle isole e la vendita diretta potrebbero essere introdotte a breve.

Le nuove regole, approvate con 528 voti favorevoli, 57 voti contrari e 33 astensioni, "ridurranno il tempo di risposta della Commissione europea a una richiesta di registrazione da 12 a soli 6 mesi". Anche il periodo concesso per sollevare obiezioni sara' ridotto. Il Parlamento ha assicurato che i gruppi di produttori di generi alimentari - vale a dire tutte le associazioni di produttori, trasformatori o produttori-trasformatori - "potranno adottare misure per proteggere i nomi di loro proprieta' e promuovere l'autenticita' e la reputazione dei loro beni"

Le associazioni di produttori invece "potranno monitorare la posizione dei loro prodotti sul mercato, ma non avranno il diritto di creare sistemi di gestione del volume di prodotti protetti prodotti o per 'aggiustare' offerta e domanda, come inizialmente richiesto dalla commissione per l'agricoltura.

I produttori che richiedono un'etichetta 'Specialita' tradizionale garantita' (Stg) dovranno dimostrare di essere su un mercato domestico da 30 anni, rispetto ai 25 anni di oggi. Il nuovo regime Stg tutelera' non solo i metodi di produzione tradizionali, ma anche le ricette, come richiesto dal Parlamento.

 Soddisfazione per l'approvazione del provvedimento, relativamente anche il via via libera completo al "Paccetto Qualità" dal parte di Strasburgo è stato espresso dal ministro per le Politiche agricole Mario Catania.

“L’approvazione del ‘Pacchetto qualità’ – ha detto-  è un’ottima notizia per l’Italia che ha saputo conquistare questo importante risultato per la tutela delle nostre produzioni agroalimentari. Un risultato ancora più significativo se pensiamo a quanto sia stato migliorato il ‘Pacchetto qualità’ rispetto al testo iniziale. Inoltre questo obiettivo è stato raggiunto nonostante la posizione di netta minoranza che l’Italia aveva all’inizio delle trattative, il che dimostra ancora di più con quanto impegno e determinazione siano state portate avanti le nostre istanze in sede comunitaria”.

“Ritengo opportuno ricordare – ha aggiunto il Ministro - che il regolamento approvato introduce una serie di novità di fondamentale importanza per l’agroalimentare italiano. Basti pensare alla misura relativa alla protezione ex officio: con questa gli Stati membri sono obbligati ad attivarsi per tutelare le indicazioni geografiche degli altri Paesi membri e le nostre eccellenze agroalimentari potranno essere protette nel modo adeguato. Si tratta di un importante passo in avanti non solo in difesa dei consumatori, ma anche dei nostri produttori che vedono ogni giorno usurpati, imitati ed evocati i propri marchi negli altri Paesi, come è accaduto per il caso Parmesan”.

“Oltre alla protezione ex officio, ci sono poi altri elementi importanti all’interno del ‘Pacchetto’ che riguardano – ha spiegato Catania – il riconoscimento di un ruolo preciso attribuito ai Consorzi di tutela, l’inserimento della cioccolata tra i prodotti di qualità, la possibilità di indicare in etichetta i cosiddetti ‘marchi di area’, la salvaguardia dei prodotti STG – come la Pizza napoletana -, la creazione dell’indicazione ‘prodotti di montagna’”.

“A fronte di tutte queste novità positive, resta purtroppo escluso dal ‘Pacchetto qualità’ un tema importante come l’estensione ad altri prodotti della facoltà di realizzare la programmazione produttiva, che era stata già prevista per il settore dei formaggi DOP all’interno del ‘Pacchetto latte’, approvato nei mesi scorsi. La misura riguardante la regolamentazione dei volumi produttivi rimane comunque - ha concluso infine il Ministro – una questione aperta che affronteremo nell’ambito dei negoziati in corso per la riforma della Politica agricola comune”.

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in data:13/09/2012

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