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Extravergine, il lifestyle è la nuova regola di mercato

L'olio cerca di entrare nella testa dell’acquirente non più come un semplice prodotto da cucina che fa molto bene alla salute, ma come bene alimentare che eleva il proprio status sociale alla pari del “salottiero vino”

Roma- E’ sempre più lifestyle l’extravergine di qualità.  Oggi più che prima è infatti facile imbattersi in prodotti destinati ad essere un must non solo per la qualità ma anche per il confezionamento.  Per avere conferma  di questo non è necessario andare in terre lontane dall’Italia, ma è sufficiente dare una sbirciatina agli scaffali dei supermercati locali o semplicemente entrare nella nuova frontiera degli shopping di settore denominati oleoteche dove si possono trovare olii alla spina sul modello della proposta birraia o prodotti , che dal punto di vista del confezionamento , assomigliano a un oggetto commerciale di profumeria.   Non c’è quindi da stupirsi che la famosa bottiglia “quadrotta” ha lasciato spazio a nuovi  packaging innovativi e modaioli capaci di colpire in maniera seduttiva l’attenzione del consumatore.

Insomma si assiste a una sorta di cambio di pelle soprattutto nel tentativo di entrare nella testa dell’acquirente non più come un semplice prodotto da cucina che fa molto bene alla salute, ma come bene alimentare che eleva il proprio status sociale alla pari del “salottiero vino” in un  work progress mirato a salvare il salvabile di fronte a vendite commerciali al ribasso fatte nella grande distribuzione dalle multinazionali a prezzi imbarazzanti di 3-4 euro a litro contro un prodotto,  che se veramente extravergine e di qualità, dovrebbe costare  dai 7 euro in su’.  La controprova  e la dimostrazione di questo  mutamento  comunicativo è arrivata proprio in questi giorni con la presentazione della guida internazionale di settore “Flos Olei 20016” curata da Marco Oreggia e Laura Marinelli e l’esposizione nei saloni di un lussuoso hotel collocato nel centro città, di un campione di prodotti di aziende recensite dagli autori della guida che hanno dato conferma  di una notevole crescita sotto il profilo della ricercatezza del prodotto.

In particolare nel panorama internazionale proposto da Oreggia le novità più spiccate sono arrivate dal Sud Africa, mentre i leader  mondiali (Spagna e Italia) sembrano ancora un po’ troppo tradizionalisti nella presentazione della bottiglia olearia destinata al commercio nonostante mantengano  il vertice nella classifica “The Best 20” della guida. In particolare il premio 2016 per la migliore azienda dell’anno è stato assegnato alla spagnola Castillo de Canema Olive Juice, il migliore extravergine dell’anno è lo spagnolo Finca La Torre, mentre l’azienda emergente è l’ italiana Dievole.

Resta il fatto che la strada, nonostante gli sforzi fatti fino a questo momento, sembra essere ancora tutta in salita a causa di un mercato nel quale la percezione di qualità dell’olio è ancora poco chiara al consumatore e dal perdurare di vendite di olio tarocco alla faccia della legge italiana salva olio e anti rabbocco firmata dalla onorevole Colomba Mongiello nonostante le continua ispezioni delle autorità preposte al sequestro dell'olio venduto che non rispetta determinati prarametri.

                                                                                                                                  Gianluca Pacella

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