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Federvini, vendite vino in Italia nel 2022 rispetto al 2021 si confermano in flessione con -1,8%

Il comparto Vini, Spiriti e Aceti esprime complessivamente un fatturato di oltre 17 miliardi di euro, esportazioni per oltre 9 miliardi di euro di export, pari al 22% del totale dell’export del Food & Beverage del Paese

Roma- Le vendite del vino in Italia nel 2022 rispetto al 2021 si confermano in flessione con -1,8%. Soffre la categoria vermouth (-9,4%) contro il -5,4%, ma soprattutto la categoria fermi & frizzanti che registra nel 2022 -6,9% rispetto al -2,2%. Su quest’ultima categoria incide significativamente il calo delle etichette DOP (-8,1%) e IGP (-7,6%). E' quanto segnala l'Osservatorio Federvini in collaborazione con Nomisma e Tradelab.

Più contenuto il calo delle vendite spirits, dove si registra una leggera contrazione nel 2022, -0,6%. Nella categoria si segnala il +0,7% di distillati e acquaviti, al contrario degli amari -4,8% e dei liquori dolci -5,6%. Prosegue il successo del gin sia in volume che in valore. Capitolo aceti, le vendite in GDO nel 2022 fanno registrare un lieve calo (-0,5%) rispetto al 2021. Disaggregando la categoria osserviamo la continuità delle vendite dell’aceto balsamico (+0,8%), in flessione invece l’aceto di vino (-3,9%) e quello di mele (-5,6%).

Nel 2022 il comparto esprime complessivamente un fatturato di oltre 17 miliardi di euro, esportazioni per oltre 9 miliardi di euro di export, pari al 22% del totale dell’export del Food & Beverage del Paese, circa 2.300 imprese e 30 mila occupati, senza considerare l’indotto.

Positivi nel complesso i dati sull’export dei vini che evidenziano crescita a due cifre nelle esportazioni di vino verso Paesi quali Regno Unito con +51,4%, seguito dal Giappone +25,1%, Canada +17,9% e Australia +17,4%, Stati Uniti con +15,6%, Francia con +15%. Anche nel comparto spirits i dati dell’export sono positivi ed evidenziano come nel periodo gennaio-ottobre 2022 il comparto abbia fatto registrare un +29% rispetto allo stesso periodo del 2021. Il settore è trainato dalla Grappa (+23%). Nel complesso le performance migliori vengono fatte registrare negli Stati Uniti dove la categoria liquori registra +38% rispetto allo stesso periodo del 2021, e in Germania dove la Grappa risulta ancora la più richiesta +33% rispetto al 2021.

Positivo anche l’export degli aceti nei principali mercati di destinazione, con un incremento negli Stati Uniti (+30%), in Germania (+18%) e nel Regno Unito (+7%).

 Secondo le elaborazioni di TradeLab, il difficile contesto macroeconomico non rallenta il mercato dei consumi fuori casa che chiude il 2022 a 93 miliardi registrando quindi un valore che supera quello pre pandemia del 2019 (85 miliardi). Il mercato dei consumi fuori casa ha registrato nel 2022 un +33% per valore di mercato, con un picco nel Q1 del 2022 (+105%) rispetto al Q1 del 2021, dove ancora incidevano le restrizioni pandemiche.

Per quanto riguarda la categoria del vino, il mercato dei consumi fuori casa arriva dai pasti come pranzo e cena, che generano il 75% dell’incremento complessivo della categoria. Gli spiriti rappresentano la categoria con le miglior performance: tra le bevande, al primo posto troviamo gli spiriti lisci (+88%), seguiti da cocktail alcolici (+32%) e al terzo posto, quasi a pari merito tra di loro, amari e dopo pasto (+24%), vino (+24%) e bollicine (21%). Se prendiamo in considerazione il valore di mercato, anche per l’anno appena trascorso, la cena rappresenta la prima occasione di consumo con un valore di oltre 35 milioni di euro. A conferma del trend, la categoria ristorante si colloca al secondo posto tra i canali di consumo con oltre 1,5 milioni di visite, preceduta unicamente dalla categoria bar con oltre 4 milioni di visite nel 2022.

Da un punto vista geografico la crescita del consumo di cocktail e amari è concentrata al nord e al centro, per spiriti lisci il contributo più rilevante arriva dal sud e isole mentre per vino e bollicine l’incremento è distribuito in modo più o meno omogeneo su tutte le aree.

Inoltre i dati Tradelab rilevano che il 98% dei BAR (146.803) trattano gli spirits che contribuiscono per il 13% al fatturato pari a circa 2,6 miliardi di Euro. Nei ristoranti (142.120) il 93% somministra spiriti con oltre 200 milioni di consumazioni. Nei ristoranti di fascia alta il 20% dei pranzi e delle cene vengono accompagnati dal consumo di spiriti.

in data:08/03/2023

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