Ti informiamo che, per migliorare la tua esperienza di navigazione questo sito utilizza dei cookie. In particolare il sito utilizza cookie tecnici e cookie di terze parti che consentono a queste ultime di accedere a dati personali raccolti durante la navigazione. Per maggiori informazioni consulta l’informativa estesa ai sensi dell’art. 13 del Codice della privacy. L'utente è consapevole che, proseguendo nella navigazione del sito web, accetta l'utilizzo dei cookie.

Home » Agronews » Gli agricoltori chiedono una Pac attenta al reddito, all'ambiente e al mercato

Agronews

Gli agricoltori chiedono una Pac attenta al reddito, all'ambiente e al mercato

Per il 49 per cento degli imprenditori, secondo il sondaggio di Fieragricola, i pagamenti diretti alle aziende devono restare. Il mondo agricolo si riunisce sotto un unico documento unitario. Federalimentare si dissocia

Roma - Capire gli umori, i desideri e le aspettative degli agricoltori riguardo la Pac 2014 -2020. E' stato questo lo spirito del sondaggio di Fieragricola (2-5 febbraio 2012), che tramite questionari, ha chiesto agli addetti ai lavori (imprenditori agricoli, per lo più) di esprimersi sulla prima bozza della nuova Politica agricola comunitaria (Pac).

Dai 339 questionari compilati online sono emersi - si legge in una nota -  risultati importanti ed in parte sorprendenti. Gli obiettivi della Pac, innanzitutto. Chi ha compilato il sondaggio di Fieragricola privilegia due posizioni (ciascuna col 45 per cento di gradimento): la Pac dovrebbe garantire una produzione alimentare economicamente redditizia, ma allo stesso tempo mantenere l’equilibrio territoriale e le diversità delle zone rurali. Il 10 per cento appena, invece, ritiene che l’obiettivo prioritario della Pac sia la gestione sostenibile delle risorse naturali e la difesa del clima.
Certo il rapporto con l’ambiente e l’eco-sostenibilità è abbastanza stretto per chi ha compilato il questionario. Il 62 per cento di loro, infatti, ritiene che la Pac post 2013 debba caratterizzarsi per un’impronta ancora più ecologica di quanto non sia quella attuale. Il 23 per cento, al contrario, ritiene che la Pac non debba sposare una visione ancora più «eco-friendly» di quanto non sia ora.
Sul fronte più strettamente economico e contributivo, invece, le risposte sorprendono oer l’esigenza espressa di porre dei paletti minimi e massimi nei versamenti verso le imprese agricole.
L’80 per cento ritiene che debba essere fissato un tetto contributivo minimo, nell’ottica di favorire le imprese agricole attive.

Ma in questo caso, i valori al di sotto dei quali congelare i finanziamenti alle aziende non hanno una preponderanza netta. Il 21 per cento ritiene che la soglia al di sotto della quale sospendere le erogazioni Pac debba essere compresa fra 201 e 500 euro. Analoga percentuale, però, si ha per la soglia fino a 1.000 euro e fino a 2.000 euro. il 14 per cento punta invece ad escludere i benefici Pac sotto i 100 euro, mentre il 12 per cento vorrebbe un tetto più elevato, fissato a 5.000 euro.
Il 68 per cento, analogamente, vorrebbe imporre anche un tetto massimo, oltre il quale sospendere i contributi Pac. In questo caso le posizioni dei votanti sono più chiare. E fra coloro che vorrebbero imporre un’asticella massima, quasi uno su due (il 48 per cento) ritiene che sia bene non superare i 150.000 euro di finanziamento per ciascuna impresa agricola, mentre il 24 per cento pone il limite dei 250.000 euro.
Osservando la Pac 2014-2020 su un piano politico, il 49 per cento di quanti hanno compilato il sondaggio pensano che non si debbano abolire i pagamenti diretti alle aziende agricole (cosiddetto 1° Pilastro). Il 32 per cento, invece, pensa che gli aiuti diretti possano essere progressivamente sostituiti da pagamenti limitati per i beni pubblici ambientali e da pagamenti aggiuntivi per vincoli naturali specifici, così come ipotizzato in una delle bozze ufficiali di riforma della Pac, illustrata dal commissario europeo all’Agricoltura, Dacian Ciolos.

Nel sondaggio, inoltre, resta piuttosto saldo uno degli obiettivi originari della Pac, così come ipotizzata dai fondatori della Comunità europea, e cioè il sostegno del mercato. Ecco allora che il 48 per cento dei votanti ritiene che non debbano essere abolite le misure di sostegno al mercato. Uno su tre, invece, pensa invece che la prossima Pac debba ripensare il sistema legato ai prezzi di mercato.
Nel meccanismo di recepimento della Pac, si dividono pressoché equamente quanti pensano che l’Italia debba adottare – per la quota relativa al 2° Pilastro (lo sviluppo rurale) un unico Piano di sviluppo nazionale (51 per cento), contro 21 Piani fissati dalle singole Regioni e dalle Province autonome di Trento e Bolzano.

Intanto è bene ricordare che Confagricoltura, Cia, Copagri, Fedagri-Confcooperative, Agci-Agrital e Legacoop e Coldiretti si uniscono in un unico documento unitario sulla Politica agricola comune post 2013. Si dissocia invece Federalimentare con la causale che le organizzazioni dei produttori godono di privilegi vantaggiosi rispetto al mondo dell'industria, che ha in mano il 70 per cento della trasformazione.

in data:22/02/2011

Cerca

Multimedia

  • video

    Tg Agricoltura. Edizione 4 luglio

  • foto

    Binomio, a Roma arriva la cucina all day long nata in Catalogna

  • video

    Tg Agricoltura. Edizione 27 giugno