Filiera Corta
I nuovi stili di vita mettono in crisi il consumo di vino
La fruizione quotidiana degli over 60 è contrapposta- spiega Wine Monitor- ad un consumo dei giovani molto spesso legato a specifiche occasioni, a momenti conviviali e comunque meno frequente: tutto questo produce un inevitabile calo di mercato
Roma- Segno meno per il consumo di vino. Le stime di Wine Monitor (Nomisma) relative alla Grande distribuzione organizzata (oltre il 65% delle vendite di vino in Italia) vedono un 2013 ancora con il segno meno, dopo la riduzione del 3,6% intercorsa nel 2012. "Sulla base dei dati Iri (www.iriworldwide.it), si evidenzia un netto calo delle vendite in quantita' nei canali 'Iper, Super, Libero Servizio Piccolo' pari al 6,5%. Crescono invece le vendite in valore (+3,1%), per effetto dell'aumento dei prezzi dei vini (+10,2%). Soffrono di piu' i vini rossi e i vini fermi rispetto ai bianchi e ai frizzanti". L'andamento dei consumi di vino in Italia non si spiega pero' solo con la crisi. Le motivazioni vanno scovate anche altrove.
L'indagine Wine Trend Italia di Wine Monitor Nomisma permette di far luce su queste cause: "non e' tanto un problema legato al calo della penetrazione del consumo di vino, ma e' soprattutto il modello di consumo che si sta trasformando profondamente. I consumatori del vino in Italia sono tanti: 44 milioni (l'85% della popolazione maggiorenne) coloro che in Italia, nel 2013, hanno bevuto vino in almeno una occasione, in casa o fuori casa".
Il calo dei consumi di vino e' piuttosto legato strutturalmente ai nuovi stili di vita. "I consumi pro capite per fascia d'eta' spiegano in modo chiaro cosa sta accadendo: le quantita' medie consumate in un anno dalle 'vecchie generazioni'- rileva l'indagine- sono il quadruplo rispetto a quelle consumate dai giovani. La fruizione quotidiana, soprattutto durante i pasti, degli over 60 e' contrapposta ad un consumo dei giovani molto spesso legato a specifiche occasioni, a momenti conviviali e comunque meno frequente. Cosi' i piu' giovani non compensano la "perdita" fisiologica di consumi delle 'vecchie generazioni'". "Non esistono facili ricette per scardinare questo processo- dichiara Silvia Zucconi, coordinatore Area Agricoltura e industria alimentare Nomisma, ma sicuramente il tracking di quelle che sono le determinanti della domanda delle nuove generazioni e, piu' in generale, di segmenti ancora 'distanti' al vino e' lo strumento fondamentale per capire come raccontare il vino e conquistare il pubblico. Occorre formulare una proposta di un vino che racconti una storia, un'emozione, uno stile o un territorio, in grado di conquistare segmenti di mercato che scelgano talvolta sostituti del vino, non necessariamente per questioni di prezzo".
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