Ti informiamo che, per migliorare la tua esperienza di navigazione questo sito utilizza dei cookie. In particolare il sito utilizza cookie tecnici e cookie di terze parti che consentono a queste ultime di accedere a dati personali raccolti durante la navigazione. Per maggiori informazioni consulta l’informativa estesa ai sensi dell’art. 13 del Codice della privacy. L'utente è consapevole che, proseguendo nella navigazione del sito web, accetta l'utilizzo dei cookie.

Home » Agronews » Il Chianti Classico studia per diventare patrimonio dell’umanità Unesco

Agronews

Il Chianti Classico studia per diventare patrimonio dell’umanità Unesco

E' stata ufficializzata, in occasione delle celebrazioni per i 300 anni dalla presentazione del bando con il quale si delimitavano le zone di produzione vinicola, la candidatura e la sigla di un accordo con lo Champagne

Roma- Il sogno è di diventare patrimonio dell’umanità Unesco. Insomma il Chianti ci prova e formalizza la sua candidatura nel giorno per le celebrazioni per i 300 anni dal bando del granduca Cosimo III De Medici del 24 settembre 1716 che delimitava la zona di origine dei vini in Italia con il quale si delimitavano i confini di 4 territori di produzione del vino Chianti corrispondenti oggi al territorio del Chianti classico, Pomino (Chianti Rufina), Valdarno di Sopra e di Carmignano. L’annuncio è stato fatto ieri nel corso dei festeggiamenti chiusi al Teatro dell'Opera di Firenze dove è intervenuto anche il premier Matteo Renzi. In particolare, in questo occasione, il capo del Governo ha detto che il settore del vino entro il 2020 deve passare da 5,5 a 7,5 miliardi di euro di export. "La qualita' del nostro vino – ha specificato - è almeno pari, se non migliore dei cugini francesi. Rispetto a loro noi non abbiamo saputo far squadra negli ultimi 20-30 anni. Non abbiamo fatto cio' che loro hanno fatto con grande visione e strategia- ora- ha concluso- dobbiamo fare di piu' e meglio"

Negli ultimi cinque anni il Chianti classico- fanno sapere dal Consorzio di tutela-  ha segnato una crescita complessiva del 35% nelle vendite a livello globale. Sul fronte dei mercati gli Stati Uniti si confermano il primo mercato, assorbendo circa il 31% delle vendite totali, seguiti dall'Italia al 20%, dalla Germania con il 12%, dal Canada con il 10%, da Regno Unito con il 5%, dai Paesi Scandinavi, Svizzera e Giappone al 4%, da Benelux, Cina e Hong Kong al 3%, e infine dalla Russia con l'1%. Il consorzio del Gallo nero si appresta inoltre a siglare un importante accordo di collaborazione con un'altro territorio di elezione per la viticoltura: lo Champagne.

in data:25/09/2016

Cerca

Multimedia

  • video

    Tg Agricoltura. Edizione 4 luglio

  • foto

    Binomio, a Roma arriva la cucina all day long nata in Catalogna

  • video

    Tg Agricoltura. Edizione 27 giugno