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L'indirizzo

Margutta vegetarian food & art: nel piatto il bio etico di valore

Il ristorante, aperto nel 1989, ha un passato da centro culturale vegetariano. Alla guida della cucina Mirko Moglioni

Roma-  Non si sbaglia se lo si definisce il “Salotto buono dei vegetariani”.  Incastonato nel pieno centro della “Grande Bellezza” e sontuoso nell’aspetto è il ristorante perfetto anche per chi non ha paura di abbandonare almeno per una sera la sue abitudini carnivore. Per  tutti gli altri è invece  meta agognata e desiderata per un purismo vegetariano mischiato a sapienti chicche di cultura:  nel locale non si disdegna infatti di organizzare  eventi artistici e mostre d’arte.  Parliamo del “Margutta vegetarian food & art” di Roma (Via Margutta 118), esercizio ristorativo con alle spalle una storia da centro di alimentazione macrobiotica e poi da circolo di cultura vegetariana.  Ispiratore e fondatore del progetto nel 1979 è stato Claudio Vannini. Da qui sono passati- riferiscono i bene informati-  maestri di yoga di fama mondiale,  musicisti americani, seguaci di qualche guru indiano che imponeva l’alimentazione vegetariana, scrittori e rappresentanti della beat generation come Fernanda Pivano, personaggi della dolce vita romana. Nel 1989 la svolta: grazie all’incontro tra Claudio e la moglie Tina il centro culturale si è trasformato in un unico grande ristorante dopo un primo periodo nel quale Tina e Claudio aprirono un bar, un bistrot e un ristorante, tutti rigorosamente vegetariani.

Oggi, la cronaca parla da sola. Il Margutta vegetarian food & art è punto di riferimento per la comunità vegetariana e per chi è in cerca di nuove esperienze culinarie. All’insegna di una filosofia in cui il nutrirsi è qualcosa di ben diverso dall’inserire in modo meccanico nell’ organismo un cibo che ci fornisce calorie  il resident chef Mirko Moglioni, con esperienze al Ceppo e all’ Antico Arco   di Roma, al Buco” di New York  e a Cannes, gratifica i suoi ospiti, con una “Bio colazione” e un menu che rispetta la stagionalità in uno spazio diviso in due sale dalle diverse anime di cui una caratterizzata da un allestimento “green” con piante che scendono da una struttura ancorata al soffitto che fanno da cornice alla sala e al bancone grigio e bianco dedicato alla caffeteria,  agli aperitivi  e alla mixology. La sala, con la predisposizione di tavolini ad hoc, permette di mangiare velocemente e presenta buffet del pranzo che va dalle 12.30 alle 16.00  con 40 ricette  (20 fredde e 20 calde).

L’atmosfera la sera è più soft  con candele, fiori sui tavoli e luci suffuse. La proposta, dopo la possibilità dell’aperitivo delle 18,30,  propone piatti con materie prime provenienti da produzioni bio-etico-sostenibili. In carta, nel periodo primaverile, possiamo trovare come antipasti, per fare qualche esempio,  Fiori di zucca panati alla Carbonara con purea di zucchine e scaglie di pecorino o un  Tris di crostini di pane tostato arrotolati e farciti con melanzane alla parmigiana, caponata e provolone.  Tra i primi i Tortelli con piselli e lime al burro di pistacchi, gel di latte e sale affumicato. Per i secondi è segnalato, tra i tanti, la Sfera di patate alla curcuma  ricoperta di bietina al vapore con cuore di uovo pochè. Tra i dolci il Gelèe al mango con spuma e gelato al cioccolato fondente, cialda croccante al riso soffiato e caramello e la Crème Brulèe alla fava Tonka con Meringa all’italiana.

                                                                                                                               Gianluca Pacella

in data:24/05/2019

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