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Il Sagrantino azzera la differenza con i blasonati Chianti, Brunello, Moscato e Prosecco

Il territorio e la produzione vitivinicola di Montefalco ottiene un importante riconoscimento da parte di Condè Nast Traveler, una delle più rinominate riviste di viaggi al mondo. L'Umbria è considerata tra le migliori regioni vinicole del Belpaese

Roma- Montefalco entra a far parte delle migliori regioni vinicole del Belpaese. A incoronare zona e produzione è il mensile Condè Nast Traveler, una delle più rinominate riviste di viaggi a livello mondiale.  Con un reportage, dedicato all’Umbria firmato dalla coppia di fotoreporter Krisanne e Demetrius Fordham, il Sagrantino conquista un ruolo di primo a livello internazionale ed entra di diritto tra i nettari di Bacco apprezzati all’estero come il Chianti, il Brunello, il Moscato e il Prosecco.

“A lungo oscurata dalle regioni vinicole più famose, la strada del Sagrantino di Montefalco - sottolinea il magazine americano - sta finalmente avendo il suo meritato momento di gloria. Chianti, Brunello, Moscato e Prosecco, sono i vini italiani che conosciamo e amiamo, una sorta di fantastici quattro che i turisti assaggiano durante i loro tour di degustazione. Di conseguenza, il turismo enologico è ancora fortemente concentrato in Toscana, oltre che in Piemonte, patria dello Spumante e del Moscato, e più di recente in Sicilia, grazie al Marsala, al Nero d’Avola e ad altri eccellenti bianchi. Curiosamente – precisa la Fordham – le zone produttrici di vino dell’Umbria, sono riuscite a farsi conoscere. Montefalco in modo particolare, soprannominato il balcone dell’Umbria per il suo essere appollaiato in cima a una collina, ha ricevuto poca se non addirittura nessuna attenzione al di fuori del Belpaese negli ultimi anni. Tuttavia i vini umbri hanno iniziato a ‘gocciolare’ nella coscienza dei consumatori di vino.

Il recente interesse per questa regione – continua il mensile americano – può essere attribuito alla lenta ma stabile crescita del Sagrantino, considerato un nuovo vino rosso nonostante la lunga storia. Anche se la coltivazione su piccola scala dell’uva di Montefalco è datata 1549, quando i monaci la usavano per creare un vino rituale dolce, è sparita del tutto nei secoli successivi e si è quasi estinta negli anni ’60. Solo negli anni ’70 il Sagrantino è stato riportato in vita da alcuni produttori di vino che hanno imparato a domare i tannini aggressivi. Ora quasi mille ettari di Sagrantino sono stati piantati nella regione con i quali si produce un vino terroso, secco e intenso, perfetto per accompagnare formaggi forti come il Pecorino o il tartufo nero o altri piatti tipici della zona a base di carne. Ne risulta – sottolinea Condè Nast Traveler - che il turismo enologico nell’area è aumentato del 20% dal 2013, e la produzione di Sagrantino è triplicata da 600.000 a più di 1,5 milioni di bottiglie negli ultimi dieci anni.

I vini dell’area hanno lentamente avuto un piccolo ma significativo successo negli Usa: Eataly a New York e Chicago l’anno scorso ha dedicato eventi alla conoscenza dei vini Montefalco e molti ristoranti di Manhattan, come Il Buco Alimentari e Vineria e il Babbo, ora servono Sagrantino e Grechetto prodotti in Umbria. Montefalco è pronto ad accogliere maggior interesse: c’è ora una strada ufficiale, la Strada del Sagrantino, contrassegnata da indicazioni viola che guidano i turisti da una cantina vinicola all’altra. Il centro della città ha anche nuovi ristoranti e wine bar come Locanda del Teatro, Alla Via di Mezzo e Sagrantino e Bollicine che hanno aperto le porte negli ultimi due anni portando una cucina eccellente di prim’ordine al piccolo borgo medievale.

E come se questo non fosse abbastanza, Montefalco – conclude la giornalista - è anche la patria di paesaggi impressionanti: grazie alle sue colline, vanta la vista delle colline ondulate umbre e degli oliveti da ogni angolazione. Anche senza fermarsi nelle cantine lungo la Strada, il percorso selvaggio e rigoglioso – fiancheggiato da vigneti infiniti in ogni tonalità di verde – vale la pena di essere fatto. Non ha il glamour impeccabile ed esperto del Chianti o di altri vini toscani; Montefalco e molte sue cantine sono diventate grezze e semplici nel corso degli anni. Secondo alcuni però questo è proprio ciò che rende speciale Montefalco”

in data:25/04/2015

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