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Il prosciutto italiano non ballerà più il tango argentino

Il Governo di Buenos Aires ha deciso di bloccare le importazioni di prodotto italiano, spagnolo e brasiliano per aumentare l'offerta nazionale dopo un accordo sottoscritto dal segretario del Commercio interno Guillermo Moreno con i produttori di carne

Roma – Con una decisione in continuità con le politiche di protezionismo avviate il Governo Argentino ha bloccato le importazioni di prosciutto italiano, spagnolo e brasiliano. La decisione è stata presa dopo un accordo sottoscritto dal segretario del Commercio interno Guillermo Moreno con i produttori nazionali di carne suina, che dovranno aumentare l'offerta di prodotti nazionali.

L’iniziativa punta a proteggere il prodotto interno e a frenare l'uscita di valuta dal Paese. Secondo dati ufficiali, nel 2011 l'Argentina ha acquistato 274 tonnellate di prosciutti dalla Spagna; 199 tonnellate dall'Italia e 241 dal Brasile. Ma ora, in virtu' dell'intesa siglata da Moreno, questi prodotti non entreranno più.

Il provvedimento intanto ha già suscitato l’ira della Commissione europea ha già annunciato che sta valutando di portare davanti all'Organizzazione internazionale del commercio (Wto) la nuova iniziativa argentina, ritenendola incompatibile con i regolamenti internazionali. La presidente Cristina Fernandez de Kirchner ha paragonato l'ostacolo alle importazioni di prosciutto alla decisione del governo spagnolo di abbandonare l'importazione del biodiesel argentino, dopo l'esproprio del 51% delle azioni di Ypf alla compagnia petrolifera iberica Repsol.

Non si è fatta attendere neanche la reazione del Consorzio del Prosciutto di Parma. ''Quello argentino - ha commentato - il direttore del Consorzio del Prosciutto di Parma Stefano Fanti-  non e' strategico ma e' un mercato d'immagine. Il blocco protezionistico ci danneggia', e' aberrante'. ''Il Sudamerica - ha proseguito rappresenta l'1% del nostro export, su un totale di 2.300.000 prosciutti sui mercati esteri. Non molto quindi, ma l'Argentina ha forti legami con l'Italia e il prodotto e' molto presente nei ristoranti importanti'' dice Fanti I consorzi del Parma e del San Daniele non sono pero' rimasti con le mani in mano: ''ci siamo mossi presso le autorita' italiane - prosegue Fanti - e la commissione Ue. L'ambasciata italiana a Buenos Aires ha gia' protestato e la commissione Ue sta valutando se sussistono estremi di violazione degli accordi internazionali su libero scambio''. Il blocco dell'import danneggia il sistema Italia e il sistema Ue, ''Ad essere toccata di piu' e' la Spagna molto presente sul mercato sudamericano con prodotti meno pregiati e piu' competitivi sul prezzo''. Dopo un 2011 chiuso con un aumento del 4% dell'export per un valore di 500 milioni di euro, il 2012 per il prosciutto di Parma si prospetta ''preoccupante sul versante dei consumi interni ma molto promettente sui mercati esteri sui quali c'e' il rafforzamento delle strategie di consolidamento. Al primo posto ci sono gli Stati uniti, seguono Francia e Germania. Tra gli emergenti, l'Australia ci apre grandi prospettive''

Sulla stessa lunghezza d'onda le organizzazioni agricole italiane. “L’ atteggiamento protezionista dell’Argentina - commenta Confagricoltura -  è ingiustificabile, in netto contrasto con quanto previsto dalle regole internazionali. Chiediamo - incalza l'organizzazione -  adeguate contromisure dell’Unione Europea e del governo italiano ed interventi decisi del WTO”.

“La decisione argentina è una doccia fredda per la filiera suinicola – spiega ancora Confagricoltura -. L’export è uno degli elementi fondamentali per la tenuta economica del settore produttivo italiano; è finalizzata peraltro alla realizzazione di prodotti di rinomata ed elevata qualità”.

Confagricoltura ricorda infine che le misure argentine andranno ad incidere su almeno 200 tonnellate di prosciutti italiani, con gravi danni per la filiera suinicola.

La decisione secondo la Coldiretti è in contrasto con le regole dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) e danneggia le esportazioni di prosciutto italiano, dopo le ottime performance realizzate nel 2011. Se le esportazioni di prosciutto di Parma registrano un aumento del 4 per cento per un giro di affari complessivo di 1,5 miliardi di euro, la crescita all’estero per il prosciutto San Daniele è stata del 2 per cento nel 2011. Per il prosciutto di Parma – conclude la Coldiretti - la crescita maggiore si è verificata in Australia (+80 per cento), ma va bene anche l'Asia grazie alla forte ripresa del Giappone (+15,7 per cento) e del Centro e Sud America (+33,8 per cento), dove oggi occorre affrontare il blocco ingiustificato posto dall’Argentina.

Intanto, il governo brasiliano, per rappresaglia,  ha ristretto l'importazione di una decina di prodotti fra cui le mele, il vino e la farina di grano. Il conflitto commerciale si e' accentuato di fonte alla caduta di quasi il 30% delle vendite brasiliane in Argentina in aprile.  Allo stesso tempo, nella giornata odierna, i ministri degli esteri brasiliano, Antonio Patriota, e argentino, Hector Timmermann, si sono riuniti a Brasilia per cercare di porre fine al reciproco protezionismo. Da questo martedi' i prodotti argentini sono entrati in regime di ''licenza non automatica'', ossia per entrare in Brasile hanno bisogno di un'autorizzazione che puo' tardare anche 60 giorni. Ma alimenti deperibili, come le mele, molto apprezzate nel troppo tropicale Brasile, non possono aspettare settimane per essere commercializzate. Altri prodotti, come le automobili, soggiacevano gia' a questo regime di restrizioni imposte dalle autorita' brasiliane.

in data:15/05/2012

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