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Il vino è il prodotto agroalimentare più venduto oltre confine
La conferma arriva dai dati Istat elaborati da Vinitaly-Assoenologi. Il settore centra nel 2013 un + 7,3 sull'anno precedente
Roma- E' il vino la freccia dell'export alimentare italiano. Anche nel 2013, secondo i dati Istat elaborati da Vinitaly-Assoenologi, va a bersaglio centrando un +7,3% sull’anno precedente, che vale il primato tra le produzioni alimentari più vendute oltre confine. Un record doppio dal momento che per la prima volta supera anche la soglia dei 5 miliardi di euro in valore e si conferma driver fondamentale per l’economia del Paese. Dato ancor più rilevante se si considera la diminuzione di quasi 1 milione di ettolitri dei volumi esportati (il totale è sceso a 20,4 milioni contro i 21,3 del 2012) e il contestuale incremento del valore medio unitario, passato da 2,20 euro a 2,47 euro al litro (+12,3%).
Un crescita che non conosce crisi e prosegue incessante passando dai 3.673 milioni di euro del 2008 ai 5.039 milioni del 2013 (+37% sul quinquennio).
Due i mercati di riferimento che insieme assorbono oltre il 41% del totale esportato: Stati Uniti e Germania, entrambi con un valore di oltre 1 miliardo di euro. In molti dei principali mercati di sbocco del vino italiano si incontrano incrementi in valore a due cifre. È il caso del Regno Unito che registra un balzo del +15,4% passando da 535 a 618 milioni di euro, grazie a una sensazionale crescita dell’import di spumante, così come interessante è il deciso recupero della Russia: +14,4% per 114 milioni di euro in valore.
Di particolare valenza l’exploit della Svezia, con un +15,2% che consente di toccare la soglia mai raggiunta prima di 141 milioni di euro. Molto positivo è l’andamento del mercato norvegese, +12%, con una variazione in un solo anno di 10 milioni di euro, da 77 a 87 milioni di euro.
Nel Nord America gli Usa registrano un’interessante ripresa delle importazioni da 1.006 a 1.078 milioni di euro, +7,1%; il Canada, grazie a un recupero della flessione della parte iniziale dell’anno, chiude il 2013 a 280 milioni di euro, -1% rispetto al 2012.
In Estremo Oriente la Cina mostra una decelerazione dei valori pari al -3%, mentre il Giappone pareggia con lo stesso valore del 2012: 154 milioni di euro. Maggiore vivacità si riscontra nei mercati di media grandezza come Corea del Sud, Hong Kong, Singapore e Taiwan. Tassi incrementali a due cifre si registrano in Vietnam (+28,3%), Malaysia (+39,2%) e Filippine (+19,7%).
Tra gli elementi interessanti è il delinearsi all’orizzonte di un altro player globale: l’Africa. Quest’area, se ancora non è da annoverare tra i grandi mercati, sicuramente merita attenzione per cogliere sul nascere quelle opportunità che al momento sono solo abbozzate.
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