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In Italia volumi di olive ridotti di oltre il 30%, quelli di olio più del 38%
Confagricoltura-Unapol, il 61% delle piante ha più di 50 anni. Il 49% ha una densità per ettaro inferiore a 140 piante e solo l’1.5% ha più di 400 piante per ettaro
Roma- La produzione di olio d'oliva nel nostro Paese è in calo strutturale: tra condizioni climatiche avverse, frammentazione produttiva (il 40% delle aziende olivicole ha meno di 2 ettari di oliveto), volatilità dei prezzi e della redditività, negli ultimi 20 anni i volumi di olive raccolte si sono ridotti di oltre il 30%, quelli di olio più del 38%, mentre il calo delle superfici si è limitato al 3%. E' quanto emerge dal convegno organizzato da Confagricoltura e Unapol a Roma, a Palazzo della Valle “Olio di oliva: dalla tradizione al futuro. Prospettive per l’olivicoltura italiana”, con tutti gli attori della filiera e le istituzioni.
Dal report emerge inoltre che l’oliveto Italia è poi da ristrutturare. Il 61% delle piante ha più di 50 anni; il 49% ha una densità per ettaro inferiore a 140 piante e solo l’1.5% ha più di 400 piante per ettaro. Il quadro che emerge è di un oliveto Italia vecchio e poco competitivo, che necessita di essere ristrutturato.
“Abbiamo un quadro italiano fatto di luci e ombre e occorre ripensare alla filiera produttiva – ha affermato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti - con investimenti concreti e senza far prevalere la visione ideologica. Se l’impresa è orientata al mercato, c’è bisogno di grande professionalità, perché altrimenti l’Italia perderà questa partita. Sul fronte internazionale il 73% della produzione è in mano a 5 Paesi: Spagna, Turchia, Tunisia, Grecia e Italia, ultima in questa classifica. Gli altri Paesi del bacino del Mediterraneo hanno saputo creare politiche settoriali mirate: Tunisia, Marocco, Egitto e Turchia stanno crescendo in maniera esponenziale. Non possiamo permetterci di stare a guardare”.
Il sottosegretario al Masaf Patrizio la Pietra ha annunciato la prossima convocazione del Tavolo Olio, per il quale “si sta lavorando alla definizione delle linee guida, in modo da essere immediatamente operativi, e a un’unica interprofessione che coinvolga tutti gli attori della filiera”.