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L'export alimentare fa sorridere l'Italia del quasi default
Il settore è tra i pochi segmenti produttivi in crescita del Paese: nel 2012 registrato un fatturato di 31 miliardi sul mercato globale, nel 2013 33 miliardi. Secondo previsione nel 2014 crescerà di un 7-8%
Roma- Non è poi cosi tutto nero. In un Paese che ha rischiato il dafault, l’export agroalimentare fa ancora sorridere l’Italia. La conferma dell’importante valenza che ha il settore sulla bilancia economica dello Stivale arriva dal primo rapporto “AgrOsserva”, l'osservatorio Ismea-Unioncamere sulla congiuntura agroalimentare italiana. Nel 2012 il comparto agroalimentare ha fatturato 31 miliardi sul mercato globale, nel 2013 33 miliardi. E secondo previsione nel 2014 crescerà ancora di più. Convinto di un trend sempre più in ascesa è il presidente di Federalimentare Filippo Ferrua Magliani. L'export agroalimentare – commenta l’autorevole esponente della federazione italiana dell’industria alimentare- dovrebbe continuare la sua ascesa nel 2014 passando "dal +7% al +8%, anche il fatturato dovrebbe aumentare da 27 a 28 miliardi trainato dalle vendite di vino, pasta e dolci".
Sulla stessa lunghezza d’onda e soddisfatta per i risultati raggiunti è anche il ministro per le Politiche agricole Nunzia De Girolamo. “Il settore agroalimentare- dice la responsabile del dicastero di Via XX Settembre - dimostra ancora una volta la propria forza e la propria capacità di resistere al meglio a situazioni economiche difficili. I dati relativi al 2013 evidenziano che l'occupazione in agricoltura è riuscita a mantenere un andamento stabile rispetto all’anno precedente, con dati più positivi rispetto all’andamento complessivo nazionale. Se i consumi del settore agroalimentare hanno mostrato una lieve flessione, invece, è importante sottolineare come l'export delle nostre produzioni faccia segnare un nuovo record, con oltre 30 miliardi di euro in valore e un aumento particolarmente significativo per vini, olio di oliva e ortaggi freschi. D’altra parte- aggiunge - non possiamo trascurare alcune problematiche del settore, che emergono dai dati sul Pil, sui consumi interni e sull’accesso al credito delle imprese agricole. Bisognerà- conclude lavorare per risolvere queste criticità, consapevoli che possiamo puntare su un comparto di qualità, capace di trainare le esportazioni anche in una congiuntura economica internazionale oggettivamente difficile. Sono convinta che il 2014 sarà l’anno della crescita, che interesserà anche i consumi interni per l’agroalimentare. Dovremo essere in grado di impostare nuove strategie politiche per la nostra agricoltura in modo da sfruttare nuove opportunità di crescita e sviluppo".