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Miele: da Nord a Sud del Paese raccolta azzerata
E' l'allarme lanciato dalla Coldiretti sugli effetti del maltempo che rovina in Italia la giornata mondiale delle api che si festeggia il 20 maggio a livello planetario
Roma- Da Nord a Sud del Paese e' praticamente azzerata quest'anno la produzione di miele a causa dell'andamento climatico siccitoso del mese di marzo seguito da un mese di aprile e maggio dal meteo particolarmente capriccioso caratterizzato da vento, pioggia e sbalzi termici che non ha consentito alle api neanche di trovare nettare sufficiente da portare nell'alveare. E' l'allarme lanciato dalla Coldiretti sugli effetti del maltempo che rovina in Italia la giornata mondiale delle api che si festeggia il 20 maggio a livello planetario, dopo essere stata istituita dall'Onu nel 2018, per riconoscere il ruolo insostituibile svolto da questo insetto tanto che Albert Einstein sosteneva che: "se l'ape scomparisse dalla faccia della terra, all'uomo non resterebbero che quattro anni di vita".
La pazza primavera - sottolinea la Coldiretti - ha creato gravi problemi agli alveari con il maltempo che ha compromesso molte fioriture e le api che non hanno la possibilita' di raccogliere il nettare. Il poco miele che sono riuscite a produrre- spiega la Coldiretti - se lo mangiano per sopravvivere.
Lo scorso anno la produzione nazionale finale - ricorda la Coldiretti - e' stata di 22.000 tonnellate grazie soprattutto al Centro e al Nord Italia dove gli apicoltori hanno potuto tirare un sospiro di sollievo dopo molte annate negative mentre al Sud l'andamento climatico ha pregiudicato i raccolti per tutto l'anno a partire dal miele di agrumi le cui rese sono state molto scarse, soprattutto in Sicilia. In Italia - spiega la Coldiretti - esistono piu' di 50 varieta' di miele a seconda del tipo di "pascolo" delle api: dal miele di acacia al millefiori (che e' tra i piu' diffusi), da quello di arancia a quello di castagno (piu' scuro e amarognolo), dal miele di tiglio a quello di melata, fino ai mieli da piante aromatiche come la lavanda, il timo e il rosmarino. Nelle campagne italiane - continua la Coldiretti - ci sono 1,2 milioni gli alveari curati da 45.000 apicoltori tra hobbisti e professionali con un valore stimato in piu' di 2 miliardi di euro per l'attivita' di impollinazione alle coltivazioni.
Rilevanti sono le importazioni dall'estero che nel 2018 sono risultate pari a 27,8 milioni di chili in aumento del 18% rispetto all'anno precedente. Quasi la meta' di tutto il miele estero in Italia arriva da due soli paesi: Ungheria con oltre 11,3 milioni di chili e la Cina con 2,5 di chili ai vertici per l'insicurezza alimentare.