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Olio, il contratto di filiera eroga sedici milioni di euro

Il progetto integrato dell’olivicoltura gestito dal Mipaaf, Isa e Unaprol ha premiato le imprese e i consorzi che hanno fatto la scelta dell’alta qualità italiana

Roma - Il giudizio è unanime e incondizionato: il primo contratto di filiera dell’olivicoltura italiana è trascrivibile come una vera e propria storia di successo. I numeri ufficializzati oggi presso la Sala Cavour del ministero per le Politiche agricole sembrano infatti dare ragione ai giudizi positivi rilasciati dai protagonisti della filiera. Dal momento dell’attuazione il Progetto Integrato di filiera (Pif), voluto dal Mipaaf, dal Consorzio Olivicolo Unaprol e dall’Istituto per i servizi agroalimentari (Isa),  ha erogato alle aziende e consorzi olivicoli che hanno deciso di scegliere l’alta qualità italiana sedici milioni di euro.

Un risultato celebrato con una sorta di tavola rotonda moderata dal giornalista del Tg5 Giuseppe De Filippi e a cui hanno partecipato il Presidente dell’Unaprol Massimo Gargano, il capo dipartimento del ministero per le Politiche agricole Adriano Rasi Caldogno, il presidente dell’Unapol Michele Rizzi e Mario Marotta dell’Isa.

Entrando nel dettaglio e sulla base del rapporto Unaprol sulla propensione agli investimenti delle aziende olivicole italiane emerge invece che il 30% delle aziende olivicole italiane ha realizzato investimenti durante il triennio 2004-2006, e il 38% di esse li ha programmati e realizzati nel triennio successivo 2007-2009. In particolare a spingere in questa direzione – spiega il Consorzio olivicolo - sono state le aziende del Mezzogiorno, dove la propensione all’investimento è cresciuta di 10 punti percentuali, dal 29 al 39 per cento.

Sul totale delle aziende disposte ad investire, il 14% protende – viene precisato - per attività di formazione e il 52% delle aziende sceglie temi riguardanti la qualità e tracciabilità degli oli. Seguono per importanza le tecniche colturali (33%) e il marketing (18%), solo il 5% manifesta interesse per l’innovazione varietale.
Rispetto ai futuri investimenti ricorre più frequentemente l’acquisto di serbatoi per lo stoccaggio dell’olio (34%), cui seguono l’acquisto di impianti di confezionamento (17%) e gli interventi strutturali sui fabbricati (16%);
A questo va aggiunto che il tutto avviene mentre l’analisi di mercato per i primi due mesi del 2011 mostra qualche segnale positivo, con quotazioni al rialzo per la categoria d’eccellenza del panorama produttivo italiano.

Obiettivi fin qua raggiunti che portano il presidente dell’Unaprol Gargano a parlare di una “nuova fase per l’olivicoltura italiana che dà un’accelerata agli investimenti e riaccende il motore dell’economia anche in altre zone del Paese”. “La tendenza che si sta manifestando – ha inoltre specificato il Presidente dell’Unaprol - è quella di un gap evidente fra le quotazioni italiane e quelle spagnole in particolare. La differenza media tra tali quotazioni nel periodo 2007-2010 è di 54 centesimi. Nei primi due mesi, invece, il divario è salito e sfiora quasi l’euro (97 centesimi). Merito – ha incalzato dell’etichettatura obbligatoria”.

Rimane comunque forte la preoccupazione per l’aumento delle importazioni di prodotto straniero. L’industria italiana – spiega il Consorzio - si sta approvvigionando di olio sui mercati esteri a scapito del prodotto di origine italiana nonostante quest’ultimo sia garantito da percorsi di tracciabilità e di alta qualità.
C’è il pericolo che se nel 2010 si registra – viene segnalato - un incremento dell’export del Made in Italy pari al 16,7% rispetto allo stesso periodo del 2009, nei primi due mesi del 2011 con l’aumento delle importazioni di olio straniero si rischia di distruggere il valore generato dal prodotto di origine di I.O.O% alta qualità italiana. “Per questo – ha commentato il presidente dell’Unaprol - bisogna mantenere sul territorio italiano le risorse per gli investimenti – soprattutto quelli di altri settori non ancora utilizzati, prima che vengano distratti da altre emergenze estranee al mondo dell’olivicoltura”.

Soddisfazione per gli obiettivi raggiunti del primo contratto di filiera sono stati espressi in maniera decisa anche dal capo dipartimento del ministero Adriano Rasi Caldogno che ha parlato di “fiore all’occhiello” e ha dato merito all’ Unaprol per l’applicazione dell’intero progetto. Inoltre ha ricordato la valenza del progetto anche dal punto di vista paesaggistico non dimenticando l’apporto che l’olio da alla Dieta Mediterranea, recentemente approvata dall’Unesco come patrimonio dell’umanità.

in data:30/03/2011

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