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Olio, l'Italia è il secondo fornitore della Cina

Segno positivo per l’Italia verso la Cina con un + 7% rispetto al 2012 delle quantità introdotte nella Repubblica Popolare Cinese. Nel primo semestre del 2013 la Cina ha importato complessivamente circa 17.000 tonnellate di olio. Il nostro Paese - con 4mila tonnellate di prodotto - occupa la seconda posizione come fornitore dopo la Spagna e rappresenta una quota di mercato pari al 24% in quantità e 23% in valore del mercato cinese di olio di oliva.
L’Italia registra un + 22% in quantità e + 46% in valore nel primo semestre del 2013, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

I dati emergono durante il seminario tenuto da Unaprol sulla presenza del prodotto made in Italy nel mercato in Cina. L’evento si svolge con il sostegno del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali nell’ambito del primo contratto di filiera dell’olio di oliva e si avvale della collaborazione di Veronafiere che organizza l’offerta italiana all’international Wine & Spirit Fair di Hong Kong, fino al 9 novembre.

Prove di assaggio e mini corsi di educazione alla scoperta dei profili sensoriali della biodiversità degli oli extra vergini di oliva di alta qualità italiana sono stati organizzati da Unaprol per “contaminare” con extra vergine di oliva la cucina cinese secondo la cui tradizione cibarsi è un atto di armonia e di bellezza.
La tradizione cinese combina i 5 sapori fondamentali (acido, piccante, amaro, dolce e salato), le 6 gradazioni del gusto (fresco, fragrante, profumato, fermentato, grasso e forte) e le 4 consistenze (secco, morbido, croccante e fondente), aggiungendo oltretutto il colore. È dunque una vera e propria filosofia in tavola, per la quale è importante soddisfare non solo il gusto ma anche la vista e l’olfatto, lavorando molto con la fantasia.

Ad accompagnare i consumatori cinesi in questo percorso del gusto gli oli extra vergini di oliva a marchio Fai e delle aziende: Redoro Frantoi Veneti di Grezzana (VR), Società Agricola Trevi il Frantoio di Trevi (PG), Oleificio Guglielmi di Andria (BAT), Oleificio Cooperativo Paladino di Palo del Colle (BA); Lucchi e Guastalli (La Spezia) e Accademia Olearia (Alghero).
In Cina l’olio di oliva non viene ancora largamente utilizzato perché si fa ancora grande uso di oli di semi e di grassi animali. La soia con i suoi derivati ha ovviamente un ruolo centrale. L’olio extra vergine di oliva rappresenta invece la novità che sta conquistando le fasce di nuovi consumatori soprattutto per le sue proprietà nutrizionali e salutistiche. L’olio extra vergine di oliva, più costoso di quello di semi, incomincia però a farsi strada nelle fasce alto spendenti della società che possono permettersi beni di consumo di fascia superiore.

in data:08/11/2013

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