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Olio di palma: il mercato premia i prodotti alimentari “senza”
Secondo analisi Coldiretti la crescita degli alimenti che escludono sostanze sgradite ai consumatori è del 17,6%. Il giro d'affari è pari a 6,5 miliardi
Roma-La battaglia contro i prodotti a base di olio di palma sembra vinta. O quasi. Secondo Coldiretti. La tendenza al consumo premierebbe infatti i cibi privi dell'olio di palma con un balzo del 17,6 per cento registrando il maggior incremento fra tutti gli alimenti che escludono sostanze sgradite ai consumatori. Dall’analisi dell’organizzazione agricola realizzata su 46.600 prodotti (Osservatorio Immagino) evidenzia in particolare un aumento delle vendite del 14,2% per quelli con la scritta “integrale” a conferma della svolta salutistica degli italiani. Negli scaffali – sottolinea inoltre la Coldiretti – quasi un prodotto alimentare su cinque (18,4%) evidenzia nella confezione l’assenza di un particolare tipo di ingrediente che suscita l’ostilità dei consumatori. I prodotti alimentari “senza” – precisa la Coldiretti – sono diventati i piu’ rappresentativi del largo consumo con un giro d’affari di 6,5 miliardi in supermercati e ipermercati, in crescita del 3,1% su base annua a giugno 2017.
Se le vendite di alimenti senza olio di palma sono quelle che hanno fatto registrare la crescita maggiore, sul podio – si spiega ancora – salgono anche i cibi senza o con ridotto contenuto in grassi saturi (+7,6%) e quelli garantiti per l’assenza di sale (+7,2%). In forte crescita – conclude la Coldiretti – ci sono anche quelli senza zuccheri aggiunti (+6,1%), con poche calorie (+3,4%) e senza additivi (+3,4%). Si segnala infine che i nuovi orientamenti di consumo hanno profondamente modificato gli scambi commerciali con le importazioni di olio di palma per uso alimentare che sono diminuite in Italia del 10% nel 2017 raggiungendo il quantitativo minimo da almeno dieci anni. Viene precisato tra l’altro che insieme alla salute a guidare le scelte di acquisto è anche il richiamo all’italianità dei prodotti che è presente sul 25% delle confezioni negli scaffali con la bandiera italiana, le scritte prodotto in Italia o 100% italiano oltre alle certificazioni di origine Doc/Docg e Dop/Igp. A crescere maggiormente sono pero’ proprio i prodotti che garantiscono la certezza dell’origine, dai vini a denominazione di origine certificata e garantita (Docg) con un balzo dell’11,7% alle denominazioni di origine protetta (Dop) che aumentano del 5,4%, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati dell’Osservatorio Immagino con anno terminante a giugno 2017.