Food Mania
Pasta, il Centro Italia toglie al Meridione la leadership del consumo
A rilevarlo è una ricerca Doxa-Aidepi, l'Associazione delle industrie del dolce e della pasta italiane. Per il 77% dei connazionali conta il grano di qualità e la cottura
Roma- Alla pasta non si rinuncia. Gli italiani la mangiano in media circa 5 volte a settimana. A svelarlo è una ricerca Doxa-Aidepi, l'Associazione delle industrie del dolce e della pasta italiane, che ha indagato i fattori chiave della qualità percepita della pasta secondo gli italiani in occasione dei 50 anni di vita della cosiddetta 'legge di purezza sulla pasta', normativa varata nel 1967 (580/67) che stabilisce quei parametri di qualità che permettono alla pasta italiana di essere sempre la migliore al mondo. La ricerca rileva inoltre che i veri fan della pasta stanno spostando il loro baricentro geografico verso il Centro Italia, mentre il primato prima era nel Sud e nelle Isole, dove il 45% - soprattutto uomini - mangia la pasta tutti i giorni. Allo stesso tempo, una percentuale analoga, 46%, non solo ama la pasta e la consuma regolarmente, ma la considera come l'alimento preferito, per ragioni di gusto o di salute.
Alla domanda poi su come scegliamo la nostra pasta, in base a cosa lo facciamo? E cosa ci porta a dire che quella pasta è più buona? Nella risposta, gli italiani mettono al primo posto il fatto che la pasta resti al dente e tenga bene la cottura (77%), poi pensano conti che sia fatta con grano di qualità (68%) e infine che si leghi perfettamente al sugo giusto (60%). Una curiosità: la pasta al dente piace di più alle donne tra i 35 e i 54 anni, che vivono nel Centro Italia e nel Nord-Est (meno nel Sud e nelle Isole). Se interrogati su origine (italiana) del grano, qualità del grano (indipendentemente dall'origine) e saper fare dei pastai, i nostri connazionali si confondono un po' e mettono tutti e tre fattori più o meno allo stesso livello, con voti (da 1 a 10) che vanno da 8,4 a 8,9 per ciascuno dei 3 fattori. Quanto al tipo, la pasta liscia 'perde' 66 a 8. Per una quota minoritaria (17%) la tipologia conta e perciò sono disposti a puntare su pasta liscia o rigata in base alla ricetta. I fan della pasta rigata sono in particolare donne (35-54 anni) che vivono nel Centro Italia o nel Nord-Est. Se 1 italiano su 3 ritiene che il rapporto esistente tra prezzo e qualità sia costante (più costa più è buona), il 41% dice di non percepire grandi differenze e il 22%, addirittura, di trovare più buona quella che costa meno.
Per gli italiani, prima di ogni altra cosa, conta comunque il gusto (voto 9,4 su 10). Segue la tenuta in cottura (9,2) e il fatto che non si rompa durante la bollitura rilasciando troppo amido (9). Per altri è importante l'origine italiana del grano con cui è fatta (9) o, più semplicemente, il fatto che sia italiana l'azienda che la produce (8,9). Infine, la pasta deve essere in grado di trattenere bene il sugo (8,9).