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Per le golosità tricolori un apprezzamento da oltre 2,5 miliardi di euro
Sulla base delle proiezioni Coldiretti relative al mese di dicembre 2011 vini, spumanti, grappa e liquori, panettoni, formaggi, salumi e pasta vanno a ruba in tutto il mondo per queste festività natalizie. Le bollicine italiane superano lo champagne
Roma – Numeri da capogiro per le bontà italiane all’estero. Vini, spumanti, grappa e liquori, panettoni, formaggi, salumi e pasta vanno a ruba in tutto il mondo per queste festività natalizie. A dare conferma del più che positivo trend sono i numeri diramati da Coldiretti che attestano un successo per l’export che supera per la prima volta i 2,5 miliardi di euro, sulla base delle proiezioni relative al mese di dicembre 2011. Un risultato - sottolinea la Coldiretti – ottenuto grazie allo spumante (+23 per cento) ai panettoni (+8 per cento), ai formaggi (+20 per cento), vini (+13 per cento) e pasta (+ 8 per cento), secondo elaborazioni dell’organizzazione agricola su dati istat relative ai primi otto mesi del 2011
A guidare la classifica di questo Natale è dunque lo spumante italiano che all’estero fa segnare un aumento record in valore del 23 per cento conquistando così il primato sullo champagne. Un successo che - sottolinea la Coldiretti - è il frutto della crescita delle bottiglie spedite in Germania (+5 per cento) che è il principale importatore, seguito dal boom negli Stati Uniti (+31 per cento) e nel Regno Unito (+ 21 per cento). Tra i nuovi clienti del Made in Italy - precisa la Coldiretti - si fa luce la Russia che si classifica al quarto posto con un aumento record del 46 per cento. Complessivamente - sottolinea la Coldiretti - si stima che saranno oltre 200 milioni le bottiglie di spumante Made in Italy consumate all’estero nel 2011 su una produzione complessiva di circa 400 milioni.
Si tratta di risultati che - precisa la Coldiretti - trainano l’intero settore dei vini per i quali si registra complessivamente un aumento del 13 per cento in valore del’export. Ad essere molto richiesti - continua la Coldiretti - sono anche i dolci nazionali come torte, panettoni, altri prodotti della panetteria, pasticceria e biscotteria con le esportazioni in aumento dell’8 per cento in valore. Ottimi risultati anche per la domanda di formaggi italiani che fanno registrare un aumento in valore delle esportazioni del 20 per cento e si stima che nel mese di Natale saranno spesi all’estero quasi 180 milioni di euro per gustarli, con il parmigiano reggiano ed il grana padano in testa (+28 per cento). Sulle tavole mondiali delle feste - precisa la Coldiretti - si mangerà anche molta pasta italiana per effetto di un aumento delle esportazioni dell’8 per cento in valore.
L'andamento sui mercati internazionali potrebbe ulteriormente migliorare da una piu’ efficace tutela nei confronti della “agropirateria” internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all'Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale: All'estero - stima la Coldiretti - il falso Made il Italy a tavola fattura 60 miliardi di euro e sono falsi tre prodotti alimentari di tipo italiano su quattro. Le denominazioni Parmigiano Reggiano e Grana Padano sono le piu’ copiate nel mondo con il Parmesan diffuso in tutti i continenti, dagli Stati Uniti al Canada, dall'Australia fino al Giappone, ma in vendita c'è anche il Parmesao in Brasile, il Regianito in Argentina, Reggiano e Parmesano in tutto il Sud America, ma anche Pamesello in Belgio o Parmezan in Romania. Per non parlare del Romano, dell'Asiago e del Gorgonzola prodotti negli Stati Uniti dove si trovano anche il Chianti californiano e inquietanti imitazioni di soppressata calabrese, asiago e pomodori San Marzano “spacciate” come italiane.
E in alcuni casi sono i marchi storici ad essere “taroccati” come nel caso della mortadella San Daniele e del prosciutto San Daniele prodotti in Canada. Un fenomeno che frena la diffusione del Made in Italy e che - precisa la Coldiretti – è causa di danni economici, ma anche di immagine. Il rischio reale è che si radichi nelle tavole internazionali un falso Made in Italy che toglie spazio di mercato a quello autentico e banalizza le specialità nostrane frutto di tecniche, tradizioni e territori unici e inimitabili. I risultati positivi delle esportazioni alimentari non si sono ancora adeguatamente trasferiti alle imprese agricole dove - conclude la Coldiretti - si registrano ancora in molti settori quotazioni al di sotto dei costi di produzione, a conferma delle pesanti distorsioni che permangono nel passaggio degli alimenti lungo la filiera dal campo alla tavola.