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Pesche e nettarine: Italia, Francia e Spagna fanno squadra per risolvere la crisi del comparto
I tre ministri agricoli dei Paesi hanno scritto una lettera al Commissario Ue Dacian Ciolos chiedendo di attivare misure eccezionali
Roma- Ormai sembra un assalto a Fort Apache dopo il nulla di fatto degli ultimi tentativi. D’altra parte l’”emergenza pesche e nettarine” non può più aspettare. Martina, ministro per le Politiche agricole, ha dunque preso carta e penna e insieme ai suoi omologhi, i ministri dell’Agricoltura di Francia, Stéphane Le Foll, e Spagna, Isabel Garcìa Tejerina, continua a fare pressing scrivendo al Commissario Ue all’Agricoltura Dacian Ciolos per sbrigliare la matassa con la richiesta di attivare misure eccezionali da parte di Bruxelles sulla crisi che colpisce i produttori di frutta estiva per gli effetti dell’andamento climatico e per la crisi dei consumi
I tre ministri hanno quindi firmato una lettera inviata a Dacian Cioloş, ribadendo la necessità di un intervento, urgente e per un periodo determinato, per fronteggiare lo stato di crisi che continua a colpire il settore. L’iniziativa segue una missiva scritta e firmata dal nostro ministro lo scorso 18 luglio. Allo stesso tempo, per onore di cronaca, bisogna segnalare che il portavoce del Commissario ha anche fatto presente, in occasione delle pressioni ricevute, la necessità di ricevere da Italia, Francia e Grecia i dati di produzione sulla stagione 2014.
Il ministro Martina in ogni caso ha ribadito che “bisogna agire tempestivamente in modo da dare sostegno a un settore fondamentale per il sistema ortofrutticolo italiano, ma anche per quello di altri Paesi come Francia e Spagna. La crisi sta colpendo i produttori in modo duro e non possiamo permetterci ulteriori ritardi nell’intervento”.
LA LETTERA INVIATA DAI MINISTRI AL COMMISSARIO CIOLOS
“Signor Commissario,
Riteniamo opportuno segnalarle la crisi che colpisce i produttori di frutti a nocciolo, in particolare di pesche e nettarine, nei principali paesi produttori, come è stato sottolineato e documentato dai nostri paesi ai servizi della Commissione europea a tutti i livelli.
Si tratta a nostro parere di una crisi molto grave, paragonabile in termini di danni a quella che penalizzò i nostri produttori qualche anno fa, e che è di fatto determinata da un certo numero di fattori. In particolare, è da considerare il ruolo dei cambiamenti climatici: anzitutto delle temperature superiori alla media primaverile hanno provocato una precocità dei calendari di produzione e un accavallamento dei calendari di produzione e commercializzazione dei tre paesi come pure un’ eccezionale eccedenza dei prodotti sui mercati nazionali. Le piogge persistenti e le temperature fresche nei mesi di giugno e luglio hanno provocato un calo della domanda a livello locale e potrebbero comportare un deterioramento della qualità e della durata dei prodotti. Inoltre, la crisi in corso in Ucraina e Russia, mercati tradizionali per frutta e verdura europee, limita le esportazioni europee.
Questa situazione ha portato ad un drastico calo dei prezzi alla produzione che non coprono i costi di produzione, che genera forti preoccupazioni tra i produttori, che hanno intrapreso azioni di protesta di luglio. Ciò potrebbe provocare la perdita di posti di lavoro stagionali e quindi aumentare le difficoltà sociali.
Inoltre, la crisi continua a peggiorare, date le condizioni meteorologiche avverse e il conseguente calo dei prezzi.
Purtroppo, come riconosciuto dalla Commissione europea nella sua relazione sulla revisione di medio termine delle disposizioni dell'OCM unica nel 2008, gli strumenti di intervento oggi disponibili per le organizzazioni di produttori si dimostrano insufficienti per affrontare situazioni di grande difficoltà, quale quella attuale.
Alla luce di quanto precede, contiamo su di Lei affinché la Commissione europea possa attivare, urgentemente e per un periodo determinato, delle misure eccezionali adeguate, a norma del regolamento (UE) n.1308/2013, Parte V, capitolo I”.
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