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Prodotti agricoli, giù i prezzi nei dieci anni prossimi
A prevederlo sono l'Ocse e la Fao nell’ultimo rapporto congiunto Agricultural Outlook che raccomandano in ogni caso vigilanza sull'oscillazione dei prezzi
Roma- E’ giunto a termine l’attuale periodo di alti prezzi dei prodotti agricoli. A prevederlo sono l'Ocse e la Fao nell’ultimo rapporto congiunto Agricultural Outlook(Prospettive agricole n.d.t.). Ma è necessario- avvertono- restare vigili poiché la probabilità di una forte oscillazione dei prezzi rimane alta. Il rapporto prevede che i prezzi agricoli in termini reali (al netto dell’inflazione) resteranno nell’insieme relativamente bassi nel prossimo decennio. Tuttavia, i prezzi dei prodotti di origine animale- si spiega in una nota- sono previsti in crescita rispetto a quelli dei prodotti agricoli. Con il graduale aumento del reddito, specialmente nelle economie emergenti, la domanda di carne, pesce e pollame subirà una forte crescita, causando un aumento dei loro prezzi rispetto a quelli di alimenti base quali grano e riso.
A livello mondiale, si prevede che l’aumento della domanda di derrate alimentari e di mangime animale trainato dalla crescita demografica verrà soddisfatto principalmente tramite l’aumento della produttività. Il miglioramento della produttività dei raccolti dovrebbe contare per circa l’80% dell’aumento della produzione agricola.
Secondo un’analisi di base della situazione illustrata nel Rapporto, in uno scenario “business as usual” – con la produttività agricola in crescita secondo il trend corrente e senza che vengano prese nuove, importanti, misure per ridurre la fame – la crescita dell’offerta alimentare prevista si tradurrà in una riduzione del numero di persone sottonutrite nel mondo, dalle circa 800 milioni attuali a meno di 650 milioni nel 2025. L’analisi mostra che in Africa Sub-Sahariana il tasso di denutrizione dovrebbe diminuire tra il 23% e il 19% - ma a causa della rapida crescita demografica la regione continuerà a contare per una fetta crescente della popolazione mondiale che soffre la fame.
Ciò significa- spiegano gli esperti- che senza un cambiamento importante, non si riuscirà a raggiungere l’eliminazione della fame entro il 2030 – l’obiettivo globale recentemente concordato dalla comunità internazionale.