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Prodotti con bandiera italiana, quasi 7 miliardi di euro di vendite
Lo rileva l’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, che, basandosi sui dati NielsenIQ, ha rilevato l’andamento delle vendite di più di 138 mila prodotti
Roma- Quali sono i claim presenti sulle etichette dei prodotti di largo consumo che generano maggiori vendite in supermercati e ipermercati italiani? A stilare la classifica dei primi 25 claim per valore del sell-out è l’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, che, basandosi sui dati NielsenIQ, ha rilevato l’andamento delle vendite di più di 138 mila prodotti, classificati in base alla presenza in etichetta di oltre 100 tra claim, certificazioni, pittogrammi e indicazioni geografiche.
Al primo posto si colloca l’icona della bandiera italiana con quasi 7 miliardi di euro di vendite, generate dai 15.414 prodotti che riportano il tricolore sull’etichetta. In seconda posizione la certificazione FSC (Forest Stewardship Council) , con oltre 4,9 miliardi di euro di vendite, seguita dall’indicazione “100% italiano”, anch'essa con più di 4,9 miliardi di euro.
L’analisi della graduatoria per valore delle vendite evidenzia un mix di claim e certificazioni che si concentrano in alcuni dei macro-fenomeni di consumo rilevati semestralmente dall’Osservatorio Immagino. In particolare, spiccano l’area delle intolleranze alimentari (con il claim “senza glutine” e “senza lattosio”), l’universo del free from (“senza conservanti”, “pochi grassi”, “pochi zuccheri”, “senza olio di palma”, “senza coloranti”, “senza zuccheri aggiunti”) e quello del rich-in (con la segnalazione del contenuto di proteine, fibre, vitamine e con l’indicazione “integrale”).
Dal monitoraggio continuativo condotto dall’Osservatorio Immagino emergono anche i claim relativi a tendenze emergenti del largo consumo in Italia, come la sostenibilità (“meno plastica”, certificazione “Sustainable cleaning”, biologico), i nuovi stili alimentari (con i claim “vegetariano”, “vegano” e la certificazione kosher), le modalità di produzione (claim “filiera” e “prodotto in Italia”) e l’edonismo alimentare nei gusti e nelle texture (claim “cacao” e “croccante”).