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Filiera Corta

Rallenta il mercato delle bevande fuori casa

I primi cinque mesi dell’anno si sono chiusi con una flessione negativa che sfiora il - 6% rispetto al periodo corrispondente dell’anno precedente. Il quadro economico emerge da un'indagine di Cda su 20mila esercizi pubblici

Roma - Momento nero per il consumo di bevande nel mercato del fuori casa. I primi cinque mesi del 2012 si sono chiusi, infatti, con una flessione negativa che sfiora addirittura il - 6% rispetto al periodo corrispondente dell’anno precedente e che coinvolge trasversalmente tutte le merceologie, le aree geografiche e i canali di consumo.

E’ quanto emerge dalla periodica indagine realizzata su un campione di oltre 20.000 pubblici esercizi da Cda (Consorzio Distributori Alimentari) uno dei gruppi indipendenti italiani di distributori di bevande tra i più importanti che da solo rappresenta oltre l’11% del mercato italiano della distribuzione di liquidi alimentari.
Una crisi trasversale, che colpisce senza distinzione tutta la penisola e che non risparmia nessuna zona del territorio Italiano.

In linea con la media nazionale anche il calo dei consumi nei diversi canali del fuori casa, segno che gli italiani stanno riducendo indistintamente le proprie occasioni di consumo. I bar tradizionali registrano il - 4,6%, così come il settore della ristorazione, dove la percentuale scende al - 5,9%. Peggio la situazione nei locali dedicati al tempo libero serale, dove il calo registrato è del - 7,0%, superiore quindi rispetto a quello degli altri canali.

In drastico calo anche tutte le merceologie. Crollo verticale per i succhi di frutta (- 12,0%), in forte discesa le bibite gassate (- 5,0%), la birra in fusti (- 4,2%), la birra in bottiglia (- 3,1%), le acque minerali (- 4,5%) e per finire i vini in bottiglia (- 1,4%). In leggera crescita la famiglia degli aperitivi alcolici (+ 1%) e dei superalcolici (+ 0,8%).

Inoltre, grazie ai dati raccolti fino a oggi, Cda ha previsto che nei prossimi mesi un incremento in volumi nel settore delle acque minerali, anche se minore in termini di fatturato. Il caldo porta ad aumentare il fabbisogno di acqua ma la crisi non consente al consumatore di permettersi di spendere più del dovuto su questo comparto. Quindi via all’acqua da prezzo, meglio naturale ed in formato da mezzo litro.

Nessun sensibile aumento, invece, nel comparto delle bibite gassate che si prevede ancora in calo non solo per colpa della crisi, ma anche per motivazioni legate alla salute e alla tendenza in atto da alcuni anni di preferire un bere non gassato.

Il comparto dei succhi di frutta (nel formato da 200 cl) continuerà la sua discesa verso un calo che potrà oscillare tra il - 5% ed il - 8%. Poche occasioni di consumo, prezzo elevato della consumazione e scarsa predisposizione del bar al sostegno di questa categoria merceologica sono alla base di questa generalizzata situazione.

Il mondo delle birre manterrà sostanzialmente le proprie posizioni, rilevando crescite naturali – normali per il periodo estivo - quantificabili tra un + 3%e + 5% .

Si prevede, invece, una forte crescita del mercato degli aperitivi, alcolici e non, che negli ultimi anni traina i consumi fuori casa.

in data:02/07/2012

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