Filiera Corta
Sempre meno pane nelle case degli italiani
Nel corso di questo anno- rileva uno studio Coldiretti- è stata servita in tavola meno di una fetta a pasto per persona. Il prezzo medio mostra una incredibile variabilità tra diverse città: dai 2,01 euro al chilo di Napoli ai 4,65 di Venezia
Roma- Nel 2013 è stata servita in tavola meno di una fetta di pane a pasto (o una rosetta piccola) per persona. Il consumo è sceso al minimo storico dall’Unità d’Italia. Un trend così negativo è registrato per la prima volta nella storia degli italiani. A segnalarlo è lo studio “Il pane quotidiano nel tempo delle rinunce” promosso e presentato dalla Coldiretti al Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione di Cernobbio
Nel 1861, anno dell’Unità d’Italia, si mangiavano – si legge in una nota - ben 1,1 chili di pane a persona al giorno, ma da allora si è verificato un progressivo contenimento dei consumi che oggi sono scesi ad appena 98 grammi a persona al giorno (una fettina di pane pesa in media 50 grammi come una rosetta piccola). Particolarmente sensibile è stato il calo degli acquisti negli ultimi anni di crisi con un crollo in quantità del 32 per cento rispetto ai 145 grammi acquistati a persona nel 2007. Il trend discendente - precisa la Coldiretti - viene pero’ da lontano: nel 1980 si aggira intorno agli 230 grammi a testa al giorno, nel 1990 si scende a 197 grammi, nel 2000 si arriva a 180 grammi, nel 2010 si attesta a 120 grammi e nel 2012 crolla a 106 grammi.
Un trend di consumo che è giustificato dal fatto - si precisa- dal prezzo medio del pane raddoppia tra Napoli, dove costa 2,01 euro al chilo, e Venezia, dove si spende 4,65 euro al chilo, mostrando una incredibile variabilità tra le diverse città con valori che variano tra i 3,80 euro al chilo a Bologna, 2,94 a Torino, 2,74 euro al chilo a Palermo, 2,43 a Roma e 2,67 a Bari.
Complessivamente la spesa familiare per pane, grissini e cracker in Italia ammonta a quasi 8 miliardi all’anno. Le famiglie italiane - precisa la Coldiretti - hanno speso in media 30,15 euro al mese per acquistare il pane, grissini e cracker che è pari ad appena il 6,4 per cento della spesa alimentare familiare risultata di circa 468 euro al mese. Negli anni della crisi il contenimento delle quantità acquistate dalle famiglie si è riflesso sulla spesa che nel 2007 era pari a 31,72 euro a famiglia al mese. Ma c'e' di più.
Il rapporto evidenzia che quasi otto italiani su dieci (78 per cento) hanno tagliato sulla spesa per il pane, con il 42 per cento dei cittadini che nel 2013 ha ridotto le quantità acquistate mentre ben il 36 per cento si è orientato verso tipi meno costosi. A cambiare - sottolinea Coldiretti - è anche la frequenza degli acquisti che in media è di 4,6 volte alla settimana, con però il 37 per cento degli italiani che si reca tutti i giorni dal fornaio per assicurarsi il pane artigianale mentre il 16 per cento vi si reca una volta ogni due giorni, il 22 per cento due volte alla settimana e l’11 per cento appena una volta alla settimana. La situazione - precisa l'organizzazione – è molto diversa per il pane industriale che il 44 per cento acquista quando capita e il 26 per cento una volta alla settimana. Curioso il fatto che – concludono Coldirett- una maggioranza dell’83 per cento degli italiani dichiara di mangiare pane a cena mentre il 73 a pranzo, il 13 per cento a colazione e l’11 per cento a merenda, mentre il 5 per cento in qualsiasi momento.
L'analisi evidenzia inoltre che piu’ di quattro italiani su dieci (42 per cento) mangiano il pane avanzato dal giorno prima, con una crescente, positiva tendenza a contenere gli sprechi favorita anche dalla crisi. Appena una minoranza del 2 per cento butta il pane superfluo. Diverse sono le tecniche utilizzate per evitare quello che una volta veniva considerato un vero sacrilegio, con il 44 per cento degli italiani che lo surgela, il 43 per cento lo grattugia il 22 per cento lo dà da mangiare agli animali mentre nel 5 per cento delle famiglie il pane non avanza mai. Sono ben il 24 per cento gli italiani che - sottolinea Coldiretti - utilizzano il pane raffermo per la preparazione di particolari ricette che vengono spesso dalla tradizione contadina. Le ricette di recupero - informa la Coldiretti - sono tantissime e nella maggior parte dei casi hanno dato vita a famosissimi piatti della tradizione gastronomica italiana. Si va dai "puparuoli m'buttunati" campani - peperoni al forno ripieni con pane raffermo tagliato a dadini, soffritto e miscelato con melanzane, acciughe, aglio, olive, capperi, prezzemolo, sale e pepe - ai "capunsei" lombardi - gnocchi realizzati con il pane avanzato grattugiato, uova, burro, grana padano aglio, noce moscata e brodo da condire con burro fuso, brodo o ragù - fino all'immancabile "pappa al pomodoro" toscana preparata con pane raffermo, pomodori freschi e concentrato di pomodoro, aglio, basilico, brodo, sale, pepe e abbondante olio extravergine di oliva, ottima da gustare sia come zuppa calda in inverno che come piatto estivo se lasciato raffreddare. Infine per contenere i costi e soprattutto per garantirsi la qualità a tavola si è verificato rispetto al passato un aumento del 18 per cento del numero di italiani che nel 2013 preparano il pane in casa.