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Filiera Corta

Sold out per i vini autoctoni dello stivale

Sono in continua crescita in Italia le vendite dei prodotti enologici a chilometro zero. Coldiretti, sulla base di un’indagine SymophonyIri group segnala un aumento di spesa nel 2012 pari al 24 per cento

Roma- Nessun deficit per l’acquisto di vini autoctoni nella penisola. I dati di commercio 2012, calcolati da Coldiretti sulla base di un’indagine SymophonyIri group, parlano infatti di un aumento del 24 per cento di bottiglie stappate per il Pecorino ma anche del 14 per cento per il Pignoletto fino al 10 per cento di incremento fatto segnare da Falanghina e Negroamaro. E’ precisato inoltre che la preferenza per i vini a “chilometri zero” è esercitata in tutte le regioni: dal Piemonte dove la Barbera e il Dolcetto sono i piu’ gettonati alla Toscana dove in tavola si versa soprattutto Chianti e Morellino fino alla Sicilia con il Nero d’Avola e l’Alcamo in testa.

Il forte legame del vino con il territorio di produzione, le abitudini di consumo, ma forse anche una maggiore attenzione dei cittadini al sostegno dell’economia locale in un momenti di crisi ha come risultato il fatto che - sottolinea la Coldiretti - le bottiglie piu’ richieste sono quelle prodotte a livello regionale, da Sud al Centro fino al Nord del Paese. Percorrendo la Penisola dall’alto in basso spicca come i veneti diano la loro preferenza ai Cabernet e ai Merlot, manifestando una certa simpatia per il Lambrusco dell’Emilia-Romagna. Vino quest’ultimo che - continua la Coldiretti - domina incontrastato nelle preferenze degli emiliano-romagnoli che mettono al secondo e al terzo posto, rispettivamente il Sangiovese e il localissimo Pignoletto. Nelle Marche impera il Verdicchio mentre in terza posizione per quanto riguarda le preferenze c’è l’autoctona Passerina. Molto territoriali anche gli abruzzesi che acquistano preferibilmente Montepulciano, Trebbiano e Pecorino. Solopaca e Aglianico sono i vini particolarmente graditi dai campani, mentre i pugliesi mettono in tavola, oltre al Primitivo e al Negroamaro, anche il Sangiovese toscano o emiliano. Infine, se saltiamo nella seconda isola italiana, i sardi dimostrano un grande attaccamento alle proprie vigne riempiendo i bicchieri degli autoctoni Cannonau, Vermentino e Monica di Sardegna.

La domanda sostenuta di vini di produzione locale è spinta a livello regionale – conclude Coldiretti- da numerose realtà per favorirne la conoscenza, la degustazione e l’acquisto. Sono molte infatti le aziende vitivinicole che aprono regolarmente od in speciali occasioni le porte ai visitatori per far conoscere la propria attività con i metodi di produzioni dal vigneto alla cantina.

in data:15/04/2013

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