Ti informiamo che, per migliorare la tua esperienza di navigazione questo sito utilizza dei cookie. In particolare il sito utilizza cookie tecnici e cookie di terze parti che consentono a queste ultime di accedere a dati personali raccolti durante la navigazione. Per maggiori informazioni consulta l’informativa estesa ai sensi dell’art. 13 del Codice della privacy. L'utente è consapevole che, proseguendo nella navigazione del sito web, accetta l'utilizzo dei cookie.

Home » Agronews » Stop al pesce fresco in Adriatico. A rischio grigliate e fritture made in Italy

Agronews

Stop al pesce fresco in Adriatico. A rischio grigliate e fritture made in Italy

Con l'inizio del fermo pesca- segnala Impresapesca Coldiretti- interessa la flotta da pesca che esercita da Trieste a Rimini. Nei piatti potrebbe finire prodotto congelato o straniero

Roma- Stop al pesce fresco a tavola per l’avvio del fermo pesca che porta al blocco delle attività della flotta da pesca italiana lungo l’Adriatico da Trieste a Rimini.  Il blocco delle attività prevede un calendario che scatta il 26 luglio per l’alto Adriatico – spiega Impresapesca Coldiretti -, nel tratto da Trieste a Rimini, con il blocco per 43 giorni, delle barche che hanno sistemi a traino, fino al 6 settembre.

Il 16 agosto – si spiega ancora in una nota- stop alle attività per il centro e sud Adriatico, da Pesaro a Bari, che riprenderanno il 27 settembre. Il 19 settembre si fermeranno i pescherecci a partire da Brindisi, Ionio e Tirreno (fino al 18 ottobre), mentre Sardegna e Sicilia decideranno autonomamente, con uno stop di almeno trenta giorni nel rispetto dei periodi previsti dai piani di gestione.

Con il fermo biologico aumenta peraltro anche il rischio - sottolinea Impresapesca Coldiretti - di ritrovarsi nel piatto per grigliate e fritture, soprattutto al ristorante, prodotto straniero o congelato se non si tratta di quello fresco Made in Italy proveniente dalle altre zone dove non è in atto il fermo pesca, dagli allevamenti nazionali o dalla seppur limitata produzione locale dovuta alle barche delle piccola pesca che possono ugualmente operare. Tra l’altro nei primi tre mesi del 2015 sono stati importati in Italia oltre 233 milioni di chili di pesci e crostacei, molluschi e altri invertebrati acquatici con un aumento del 3 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, secondo un’analisi Coldiretti Impresapesca su dati Istat.

Per effettuare acquisti di qualità al giusto prezzo il consiglio di Coldiretti Impresapesca è dunque di verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere l’area di pesca (Gsa). Le provenienze da preferire sono quelle dalle Gsa 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica) e 15 (Malta).

in data:26/07/2015

Cerca

Multimedia

  • video

    Tg Agricoltura. Edizione 4 luglio

  • foto

    Binomio, a Roma arriva la cucina all day long nata in Catalogna

  • video

    Tg Agricoltura. Edizione 27 giugno