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Sul futuro di Parmalat l'ombra della holding Ferrero-Lactalis
Anticipata dal quotidiano economico Les Echos la possibilità di un accordo economico tra il gruppo francese e la società proprietaria della Nutella. Intanto l'impresa alimentare transalpina manifesta il suo disappunto per il provvedimento anti-scalata
Roma- Si riempie di incognite la partita su Parmalat. A distanza infatti di poche ore dal provvedimento anti-scalata varato del Governo italiano e dalla formalizzazione dell’operazione Lactalis, il quotidiano economico francese Les Echos scrive che Giovanni Ferrero, figlio del numero uno di Ferrero, ed Emmanuel Besnier, guida autorevole dell'azienda francese lattiero casearia Lactalis, si sono incontrati ieri a Parigi, per discutere dell'ipotesi di ''creare insieme una holding di controllo di Parmalat''. Il giornale precisa nel dettaglio che l'incontro era già stasto fissato ''da domenica'', prima dell'annuncio da parte di Lactalis dell'acquisto della quota dei fondi esteri in Parmalat.
Il progetto ipotizzato – spiega il quotidiano - sarebbe quello di dare vita a una società comune ''di cui entrambe sarebbero azioniste'', al fine di prendere il controllo di Parmalat, a cui ''potrebbero essere associati altri investitori, come Granarolo e delle banche, in particolare Intesa Sanpaolo, Mediobanca e forse Unicredit''.
Al momento la notizia non è stata confermata e ne smentita da Lactalis, che anzi in queste ore ha manifestato tutto il suo disappunto per il provvedimento varato dal governo italiano ''Pensiamo – ha commentato il deputy general manager di Lactalis e presidente del gruppo Lactalis Italia, Antonio Sala - che non si possano cambiare le regole del gioco in corsa''' In ogni caso – ha aggiunto - crediamo che anche altri azionisti possano condividere il nostro progetto e contribuire al successo''.''Le cose importanti - ha concluso infine - sono la difesa della italianità delle aziende e non la nazionalita' dell'azionista''
A questo punto però la possibilità di una holding di controllo Lactalis-Ferrero, come anticipato dal quotidiano francese – lascia dubbi sul progetto di una cordata tutta italiana. Intanto il consigliere delegato di Intesa San Paolo, Corrado Passera continua a guardare con interesse a Ferrero. Intesa San paolo – ha detto Passera sta lavorando con Ferrero per ''un progetto industriale di lungo periodo'' su Parmalat. E ha proseguito dicendo che l'impegno della azienda piemontese, anche finanziario, e' uno dei presupposti su cui si sta lavorando. Non e' l'unico - ha incalzato - ma il piu' rilevante''.
Sull'ipotesi di progetto alternativo ai francesi con un investimento finanziario pari o superiore a quello della Lactalis Passera ha invece evitato di entrare nei dettagli ma ha rilevato che nessuno ha in mente di pensare al futuro di Parmalat senza investire'. Infine ha sostenuto che il progetto per una possibile cordata alternativa italiana per rilevare la Parmalat in contrapposizione all'offerta della francese Lactalis troverebbe sicuramente l'interesse del sistema finanziario nazionale.
Anche Confindustria spalleggia Ferrero e allo stesso tempo con la presidente Emma Marcegaglia sostiene che cambiare le regole del gioco in corsa non è molto corretto.' 'Il tema - ha detto in particolare la leader degli industriali - non e' quello di cambiare le regole sull'onda dell'emergenza, quanto quello di tornare a parlare di competitivita' delle imprese''. ''Noi - ha inoltre aggiunto- ricordando la posizione espressa ufficialmente dal direttivo di Confindustria - abbiamo detto che le regole non possono essere cambiate in corso d'opera e che l'attrazione degli investimenti esteri e' un fatto positivo. In Francia, Paese in cui e' difficile comprare, i capitali stranieri che possiedono imprese francesi sono tre volte di piu' rispetto a quelli che ci sono in Italia''. Confindustria ''da sempre - ha concluso - chiede una politica per la crescita delle imprese, una tassazione diversa e la patrimonializzazione delle aziende''. Bisogna seguire ''grandi direttrici'', non intervenire ''sull'onda dell'emergenza''.
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