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Filiera Corta

Sulla tavola degli italiani resiste la carne fresca naturale

Nel 2013, secondo i dati economici di Unaitalia, il pollo ha visto crescere le vendite sia in volume che in valore (+1,3%). Bene anche quelle elaborate

Roma- Pollo e tacchino non mancano sulle tavole degli italiani nonostante la crisi. La conferma arriva da Unaitalia, l'associazione che rappresenta la filiera di carni e uova. Lo scorso anno, gli italiani hanno consumato 19,44 kg pro-capite di prodotti avicoli, pari al 4,1% in piu' rispetto all'anno precedente. In particolare, il pollo e' comparso piu' spesso sulle tavole nostrane (12,73 kg), seguito dal tacchino (4,12). Stabili i consumi delle uova (13 kg pro-capite). Nel 2012 il fatturato del settore avicunicolo è stato pari a 5750 milioni di euro.

Il buon andamento delle carni avicole è confermato anche dagli stessi dati dell'Osservatorio di mercato Unaitalia-Ismea per il 2013, il settore avicolo ha registrato un lieve aumento della domanda nazionale (+0,5%), in decisa controtendenza rispetto ad altre tipologie di carni. Nel primo bimestre dell'anno il buon momento del settore si deve innanzitutto ai significativi risultati delle carni fresche naturali. Il pollo, soprattutto, ha visto crescere le vendite sia in volume che in valore (+1,3%). Positivo l'andamento pure per le carni fresche elaborate, che, nei primi due mesi del 2013, hanno visto aumentare in valore gli acquisti, sia per quanto riguarda la III gamma (+1,1%), che la IV gamma (+13%).

Buona la performance anche per le uova (+2%), nonostante l'ascesa dei prezzi medi. Meno brillante la performance delle carni cunicole, in netta diminuzione. Il settore avicunicolo conta su 100mila addetti, tra dipendenti diretti e indotto: le aziende si concentrano soprattutto in Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Marche e Piemonte e in misura comunque apprezzabile in Abruzzo e Molise, Puglia e Sicilia.

Proprio in virtu' delle positive performance registrate, Aldo Muraro, presidente di Unaitalia, ha sottolineato l'importanza del settore nello scenario economico italiano: "Nonostante la congiuntura poco felice - ha osservato - negli ultimi anni siamo cresciuti sia sul mercato interno, dove abbiamo confermato la piena autosufficienza nella produzione, sia nell'export. E questo senza alcun aiuto pubblico, ma contando soltanto sulle nostre forze". Eppure, quello avicolo puo' davvero considerarsi il prodotto del futuro, per caratteristiche nutrizionali e salutistiche, per la sua 'multietnicita'' e per i processi produttivi a basso impatto ambientale. "Ecco perche' - ha osservato il numero uno dell'associazione - chiediamo alle istituzioni di valorizzare maggiormente il settore, non soltanto in Italia, ma anche in Europa, dove si decidono norme e strategie per il futuro". Finora, ha stigmatizzato il presidente Muraro, "il comparto ha assorbito al proprio interno, senza scaricarle sul consumatore, le dinamiche della crisi economica, le difficolta' di programmazione dell'offerta, l'aumento del prezzo delle materie prime e dell'energia. Ma non potra' continuare a lungo se non ci saranno interventi seri di rilancio dell'economia del Paese e di salvaguardia delle filiere agroalimentari zootecniche".

in data:12/04/2013

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