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Torna in aula il crac Parmalat
Prende il via il 12 dicembre, presso la terza sezione penale della Corte d'appello di Bologna il secondo grado del giudizio nei confronti dei 15 imputati già condannati a Parma nel dicembre del 2010 per il crac della Parmalat di Calisto Tanzi. Hanno prersentato appello, oltre all'ex patron, condannato in primo grado a 18 anni, l'ex direttore finanziario Fausto Tonna (condannato a 14 anni), il fratello di Tanzi Giovanni (10 anni e 6 mesi), Domenico Barili (8 anni), ex direttore marketing della multinazionale di Collecchio, Luciano Silingardi (6 anni), commercialista, ex consigliere indipendente di Parmalat Finanziaria.
Ci sono inoltre gli ex dirigenti, sindaci e componenti del Cda Parmalat: Paolo Sciume' (5 anni e 4 mesi), Camillo Florini (5 anni), Davide Fratta (4 anni), Rosario Lucio Calogero (5 anni e 4 mesi), Mario Mutti (5 anni e 4 mesi), Enrico Barachini (4 anni), Giuliano Panizzi (4 anni), Sergio Erede (1 anno e 6 mesi). Attualmente Tanzi è detenuto su richiesta dei Pm milanesi che hanno retto l'accusa nel processo per i reati di borsa commessi dal gruppo di Collecchio e difficilmente partecipera' dunque alle udienze dato che versa in un precario stato di salute. Per i giudici parmigiani l'ex patron e' responsabile, tra l'altro, di bancarotta fraudolenta e associazione per delinquere nel crac da 14 miliardi del 2003.
Lo scorso novembre i giudici della terza sezione penale della Corte d'appello di Bologna hanno rigettato il ricorso presentato dai difensori degli imputati per la sospensione della provvisionale immediatamente esecutiva che era stata stabilita dal tribunale di Parma con la sentenza di primo grado. Allo stato attuale delle cose, eccetto Sergio Erede (cui non era contestato il concorso in bancarotta fraudolenta), hanno provato a opporsi alla provvisionale da due miliardi dovuta alla Parmalat in amministrazione straordinaria e ai 35 milioni dovuti allo stesso titolo alle circa 34 mila parti civili (risparmiatori truffati dai titoli di Collecchio) costituite in giudizio. Per i giudici bolognesi, la cifra e' da ritenersi ''decisamente prudenziale'' rispetto all'entita' del danno e gli imputati devono rassegnarsi a pagare. Il problema resta trovare i beni su cui le parti civili potranno rivalersi, dato che il presunto 'tesoro' di Calisto Tanzi non e' stato trovato e che i patrimoni degli imputati da soli non consentono di coprire la cifra astronomica della provvisionale.
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