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Vendemmia 2020: l'Italia mette in fila Francia e Spagna. Buona la qualità
Secondo stime di Assoenologi, Ismea e Unione italiana Vini la produzione sarà di 47,2 milioni di ettolitri. Il Veneto si conferma prima regione per produzione
Roma- Tranne sorprese dell'ultimo grappolo l'Italia del vino dovrebbe mantenere la leadership produttiva mondiale, mettendo in fila la Francia e la Spagna, storici competitor. Segnalata una buona qualità dell'uva, se bon eccellente, la quantità è in linea con quella dello scorso anno (-1%, a 47,2 milioni di ettolitri) che mai- spiega una nota- come quest’anno risente della congiuntura economica e della conseguente misura di riduzione volontaria delle rese messa in campo dal Governo, oltre a quelle operate da molti Consorzi di tutela.
Una quantità che tuttavia dovrebbe consentire all’Italia di rimanere il principale produttore mondiale di vino, seguita dalla Francia con 45 milioni di ettolitri e dalla Spagna (42 milioni). Il quadro di sintesi, al netto di eventuali ulteriori eventi climatici avversi, relativo alle stime vendemmiali 2020 elaborato da Assoenologi, Ismea e Unione Italiana Vini. Secondo il dossier redatto dal gruppo di lavoro congiunto, a una qualità alta e a una quantità leggermente inferiore alla media dell’ultimo quinquennio (-4%) fa da contraltare la particolare situazione economica internazionale, che registra una notevole riduzione degli scambi globali di vino (-11% a valore e -6% a volume nel primo semestre sul pari periodo 2019) e una contrazione, la prima dopo 20 anni di crescita, delle esportazioni del vino made in Italy (-4% nei primi 5 mesi), sebbene inferiore a quella dei principali competitor.
Elementi questi che hanno determinato difficoltà tra le imprese e un aumento seppure contenuto delle giacenze dei prodotti a denominazione (+5% per le Do a fine luglio) con conseguente limatura dei listini di Igt, Doc e Docg. In questo contesto economico ancora difficile la vendemmia in corso rappresenta, per caratteristiche quali-quantitative, una eccellente opportunità per la ripartenza del prodotto Italia, a maggior ragione se sostenuto da una adeguata campagna nazionale e internazionale di promozione del vino del Belpaese.
La geografia dell’annata produttiva vede in leggero incremento il Nord (+3% sul 2019) mentre al Centro e al Sud le quantità si dovrebbero ridurre rispettivamente del 2 e del 7%. Il Veneto (+1%) rimarrà la prima regione con 11 milioni di ettolitri, seguita da Puglia (8,5) Emilia-Romagna e Abruzzo. Assieme le 4 regioni sommano i 2/3 di tutto il vino italiano. Tra le principali aree produttive, segno più per Piemonte e Trentino-Alto Adige (+5%), Lombardia e Marche (+10%), Emilia-Romagna e Abruzzo (+7%). Calo della produzione invece in Toscana e Sicilia (-15%), Friuli-Venezia Giulia (-7%) e Puglia (-5%). Ad oggi, 3 settembre, è stato raccolto circa il 20% dell’uva.