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Vino, in ribasso il commercio mondiale
Secondo le stime Ismea nel primo trimestre 2014 i volumi scambiati sono scesi a 22,5 milioni di ettolitri, contro i 22,8 dello stesso periodo del 2013 (-1%). Il valore si è invece attestato a 5,3 miliardi di euro, in flessione del 3% sul 2013
Roma - Nulla di nuovo sotto il fronte degli scambi internazionali di vino. L’analisi dell’Unione italiani vino sul periodo 2008-2013 è confermata anche da Ismea per quanto riguarda il primo trimestre dell‘anno. Sebbene nel 2013- spiega a maggio il magazine digitale del Corriere Vinicolo "Wine by Numbers", sia cresciuto ancora (+5%, a 34 miliardi di $), i ritmi dal 2009 si sono ridotti di 3 punti percentuali rispetto al quadriennio chiuso nel 2008. E nel primo trimestre la musica per gli scambi internazionali di vino non sembra cambiare.
Secondo le stime Ismea sulla base dei dati Gta (Global trade Atlas) i volumi scambiati sono scesi a 22,5 milioni di ettolitri, contro i 22,8 dello stesso periodo del 2013 (-1%), nonostante il ribasso generalizzato dei listini all’origine. Il valore degli scambi internazionali si è invece attestato a 5,3 miliardi di euro, in flessione del 3% sul 2013.
Tale dinamica negativa è esclusivamente imputabile al vino sfuso, che ha subito una contrazione delle quantità del 7%. Risultano invece stabili a 12 milioni di ettolitri i confezionati, e in crescita gli spumanti (+15% in volume, +8% in termini monetari).
Tra i cinque grandi esportatori di vino: Francia, Italia, Spagna, Cile e Australia, solo il Paese iberico ha aumentato sensibilmente le spedizioni oltre frontiera (+18%), grazie al recupero produttivo registrato nell’ultima campagna e a listini giù anche del 30%. Per gli altri Paesi le elaborazioni Ismea indicano riduzioni quantitative comprese tra il -24% del Cile e il meno 0,2% dell’Italia. Guardando tuttavia i dati in valore l’Italia è l’unica, tra i grandi player, ad avere ottenuto un segno più, con un incremento di oltre il 3% degli introiti maturati oltre frontiera.
Sul versante dell’import, tra i principali mercati di sbocco, si evidenziano andamenti differenziati, con l’aumento dei flussi in entrata in Regno Unito (+11%), Canada (+0,3%) e Giappone (+7,7%) e una riduzione in Usa (-4,2%) e Germania (-6,7%). Da segnalare il crollo della domanda in Cina (-20%), sesto Paese nella graduatoria dei maggiori acquirenti di vino.
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